Mentre le varie forze politiche continuano a discutere sulle prossime misure da attuare a partire dalla nuova legislatura, il consigliere economico di Palazzo Chigi Marco Leonardi avrebbe posto un ulteriore freno sull'ipotesi più gettonata degli ultimi tempi, ovvero il cosiddetto meccanismo di Quota 41 a favore dei lavoratori precoci.

Leonardi frena sulla Quota 41

Come già tanti sanno, sia la Lega che il Movimento 5 Stelle sono sempre più propensi a rilanciare il vecchio sistema delle quote, al fine di agevolare l'uscita pensionistica di migliaia di lavoratori.

Matteo Salvini, infatti, continua a sostenere la necessità di introdurre la famigerata quota 100 cancellando definitivamente la precedente Riforma Fornero, anche se nei giorni scorsi è arrivato il freno della Banca Centrale Europea. Per i lavoratori precoci, invece, è stata rilanciata la Quota 41, ovvero la possibilità di lasciare anticipatamente l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 41 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica.

Due misure condivise dalle varie forze politiche, ma nello stesso tempo criticate per via degli ingenti costi che lo Stato italiano sarebbe costretto a sopportare. Anche il consigliere economico di Palazzo Chigi, Marco Leonardi, esprime la sua opinione sulle due proposte lanciate da Lega Nord e Movimento 5 Stelle nel bel pieno della campagna elettorale.

"Non si può permettere di aumentare indiscriminatamente le spese per le misure previdenziali", ha dichiarato lo stesso economista spiegando la necessità di continuare ad intervenire con la proroga del regime sperimentale donna, dando la possibilità di lasciare il lavoro a partire dai 63 anni a fronte del ricalcolo contributivo dell'assegno previdenziale che penalizzerebbe di molto le lavoratrici.

Introduzione della pensione di garanzia

Difatti, il meccanismo di Quota 41 avvantaggerebbe i lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare in giovane età ma non le lavoratrici, visto che molto spesso non raggiungono i 41 anni di versamenti contributivi previsti. Secondo quanto affermato ancora dallo stesso Leonardi, solo con la proroga del regime sperimentale donna si potrebbero salvaguardare i conti pubblici.

Inoltre, sarebbe prioritario anche l'introduzione di una pensione di garanzie per le giovani generazioni e garantire le indennità di accompagnamento a favore di tutti quelle persone non autosufficienti.