Per i lavoratori del comparto Scuola sembrano finalmente arrivare buone notizie. In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, all'interno del quale l'inflazione non va di pari passo con l'aumento degli stipendi, ecco giungere finalmente una modifica attuata allo stipendio dei docenti. Forse, quanto stabilito non accontenterà tutti e non sarà ritenuto abbastanza, ma un inizio è sempre un punto dal quale partire per potersi confrontare e migliorare.
Detto ciò, è possibile per noi riportare i dati che sono stati pubblicati sul Sole24 Ore.
Stipendio docenti: gli arretrati in arrivo
In base a quanto riportato dal Sole 24 Ore è possibile notare un primo segnale positivo per la situazione lavorativa dei docenti. Stiamo facendo riferimento alla situazione economica dei lavoratori della scuola e allo stipendio da essi percepito. Nel mese di maggio sarà possibile per gli insegnanti percepire le somme arretrate a loro dovuto, si fa riferimento a cifre che possono arrivare a toccare dai 271 ai 422 euro. Questi importi sono quelli che sono stati accantonati con le leggi finanziarie del 2016/2017/2018.
E' possibile anticipare che gli arretrati possono essere, sempre a titolo indicativo, corrispondenti alle seguenti somme:
- docente scuola elementare sarà possibile percepire una somma tra i 248 e i 359 euro;
- assistenti amministrativi sarà possibile percepire una somma tra i 218 e i 291 euro;
- i collaboratori scolastici sarà possibile percepire una somma tra i 195 e i 252 euro.
Scuola: gli aumenti per gli insegnanti
Per gli insegnanti sarà possibile contare anche sugli aumenti salariali. Ad ogni lato positivo della medaglia ne corrisponde uno negativo. E' opportuno fare due specifiche: in primis c'è da dire che sia aumenti che arretrati vanno calcolati e differenziati a seconda del profilo di inquadramento, del ruolo svolto, dal grado ricoperto e dall’anzianità di servizio.
In secondo luogo gli aumenti andranno a coprire il periodo che va dal 2016 al 2018. Un mancato rinnovo contrattuale comporta un mancato aumento dal 1° gennaio 2019. Ad essere in discussione infatti è l “elemento perequativo”, questo è l’elemento per il quale ad ogni lavoratore deve essere garantito un aumento di almeno 85 euro. Se l'importo totale di queste somme non dovesse godere di coperture finanziarie nella nuova legge di Bilancio, mancheranno i fondi e conseguentemente l'importo non verrebbe erogato. Facciamo un esempio pratico al fine di rendere chiaro quanto detto: un lavoratore con pochi anni di anzianità di servizio nel 2019 potrà perdere circa 20 euro al mese, corrispondenti al 25% dell'aumento ricevuto.