Come gli aspiranti avvocati già sapranno, la riforma dell'esame di abilitazione forense comporterà come conseguenza principale l'impossibilità di utilizzare i codici commentati.
Questo rappresenta un ulteriore scoglio in più per i partecipanti all'esame, che dal prossimo dicembre, dovranno confrontarsi con la redazione di due pareri senza poter ricorrere al supporto della giurisprudenza.
Vediamo quali sono i motivi che hanno spinto il legislatore a riformare l'esame, vietando l'utilizzo di testi commentati.
Divieto dei codici commentati: ecco perchè
Da molti anni, i candidati che affrontano l'esame di abilitazione alla professione forense possono contare sulla possibilità di utilizzare i codici annotati con la giurisprudenza, ma non è sempre stato così.
Prima del 1989, infatti, gli aspiranti avvocati avevano l'autorizzazione a fare uso esclusivamente dei testi di legge. Soltanto alla fine degli anni '80, il legislatore, probabilmente mosso dalla convinzione che il candidato dovesse essere premiato per il ragionamento logico- giuridico alla base del suo scritto e non per il suo lavoro mnemonico, ha deciso di consentirgli di utilizzare uno strumento che gli consentisse di concentrarsi sul caso pratico, appunto il codice commentato.
Evidentemente, però, negli ultimi 29 anni si è potuto osservare come il risultato ottenuto sia stato ben diverso da quello che il legislatore aveva preventivato: piuttosto che concentrarsi sullo studio e sull'approfondimento degli istituti e dei principi del diritto, l'esaminando si è perlopiù concentrato sulla ricerca spasmodica di una sentenza da applicare al caso concreto descritto nella traccia d'esame.
Le conseguenze sul piano pratico
Un lavoro concentrato esclusivamente sulla ricerca di un caso di giurisprudenza da inserire nel compito ha comportato delle conseguenze negative: innanzitutto, di anno in anno, i compiti si sono ridotti sempre più ad un semplice copia e incolla della sentenza che il candidato riteneva più adattabile al caso concreto.
Inevitabilmente, ogni anno, ci si è ritrovati con migliaia di compiti praticamente tutti uguali e soprattutto, in gran parte, privi di un approfondimento sufficiente a dimostrare la vera preparazione del giovane aspirante avvocato.
Questo ha portato l'odierno legislatore a riformare l'esame di abilitazione forense, escludendo la possibilità di utilizzare i codici annotati e facendo in modo che i candidati siano maggiormente preparati dal punto di vista prettamente sostanziale.
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