Non c'è stata la conciliazione tra Lahbib e l'azienda. L'operaio ha rifiutato l'offerta di denaro proposta dalla multinazionale: lui vuole andare in pensione. Questa è la situazione attuale per Oussmou, dopo la notizia del licenziamento a causa dell'introduzione di una macchina al suo posto.

Lui non ci sta

"A casa siamo in sette e grazie al mio stipendio viviamo. Ho quattro figli e due nipoti, non posso permettermi di perdere il lavoro. Io ho sempre lavorato senza mai assentarmi per una malattia. Ora mi comunicano che devo rimanere a casa per una macchina?

Io non ci sto". Sono queste le parole di Lahbib Oussmou, l'operaio licenziato dalla sua fabbrica, la Greif. "Sono pure disabile a causa di un incidente avvenuto nel 1991 dove ho perso quattro dita della mano. Ormai alla mia età nessuno mi assume più, mi mancano 5 anni alla pensione e dunque non posso assolutamente accettare la decisione della mia azienda. Non ho nessuna richiesta se non quella di poter continuare a svolgere il mio lavoro. In tutti questi anni ho svolto ogni tipo di mansione, ho persino formato un sacco di giovani. Ora loro vogliono lasciarmi a casa preferendo uno di loro, così possono pagarlo di meno e lasciarlo 'a piedi' tra qualche mese, questa è la verità".

La comunicazione

La lettera di licenziamento è stata una vera e propria doccia gelata per Lahbib, così il suo avvocato Marica Pesci ha deciso di impugnarla per cercare di rovesciare la decisione aziendale. Il motivo dell'interruzione del contratto di lavoro è ormai nota a tutti, nella lettera pervenuta all'operaio si legge testualmente: "In seguito ad una riorganizzazione dell'azienda, per ottimizzare e massimizzare il lavoro, è stata introdotto l'utilizzo di una macchina (Paint cap applicator) che svolge lo stesso lavoro da lei fatto finora, ma in automatico, per questo motivo la sua posizione è stata soppressa".

Un caso isolato?

Secondo Roberta Turi, segretaria generale della Cgil di Milano questo tipo di situazioni si verificano spesso. "Questi tipi di licenziamento non sono sporadici nelle aziende che operano in questo tipo di settori, ovvero quelli altamente tecnologici. Molte mansioni vengono sostituite con l'utilizzo delle macchine, a volte questo non ha ricadute sull'occupazione mentre altre sì.

Questo è un pretesto per 'mettere alla porta' i lavoratori più anziani in favore di nuove assunzioni". Il caso di Oussmou sembrerebbe essere l'unico alla Greif, però la multinazionale non fornisce spiegazioni trincerandosi dietro ad un: "Non possiamo rilasciare nessun tipo di dichiarazione".