Le ultime notizie sulle pensioni vertono sul disappunto ormai palese sui social di quanti pur avendo votato Movimento 5 stelle o Lega non vedono il Governo adoperarsi per abolire la Fornero e anzi sentono continuamente parlare di paletti sulle misure quota 100 e 41, e di rinvii della seconda, a danno dei precoci che l’attendono da tempo. In dettaglio le reazioni di chi aspettava fiducioso con l’avvento del ‘Governo del cambiamento’ quelle misure, che tardano ad arrivare o che non sono in linea con quanto annunciato in campagna elettorale e nel contratto di Governo al punto 17.
Pensioni, prima quota 100, poi forse l'uscita con 41 anni: si prepara manifestazione a Montecitorio
Furiosi i lavoratori sui social, specie i precoci che non possono sopportare ancora rinvii verso la loro causa. Sia il M5s che la Lega, lo ricordiamo, si erano detti pro pensione senza limiti anagrafici per chi avesse già alle spalle 41 anni di contributi. Ora, però, la marcia indietro dalle parole dello stesso Salvini che ha annunciato che si partirà con la quota 100, che dovrebbe approdare in legge di bilancio 2019, per poi, col tempo, arrivare alla quota 41.
Lo sdegno dei lavoratori precoci che sul gruppo che maggiormente li rappresenta (lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti) si stanno mobilitando per raccogliere consensi per una prima ‘marcia’ su Roma.
Lo scopo dell’amministratore del gruppo D’Onofrio è ricordare al Governo quanto è stato promesso in campagna elettorale. Un post corto ma esaustivo che ha raccolto moltissime adesioni: “Se dovessimo organizzare una manifestazione a Montecitorio in quanti saremo? Forza Leoni .... rispondete”. Sauro Secci, un iscritto al gruppo , fa alcune considerazioni e invita Salvini e Di Maio a rispettare quanto promesso, manifestando tutto il disappunto su un possibile rinvio della quota 41 a data da destinarsi.
Pensioni, Quota 41 non può essere rinviata ancora: lo sdegno dei lavoratori
Sauro Secci: “Siccome circolano voci sempre più insistenti (ricordo anche la subalternità della misura nel "Contratto di Governo" rispetto alla Quota 100) secondo le quali verrebbero procastinati ulteriormente nel tempo oltre il 1/1/2019 gli interventi per Quota 41 anche nella versione 41 e 6, sperando ovviamente nella infondatezza della fonte (ma sono molo dubbioso), ritengo questo un atteggiamento omicida soprattutto per tanti soggetti più "deboli" che continuano finché possono la loro lunga ed estenuante agonia.
In questo comunque non auspicabile quadro, riterrei fondamentale almeno che fosse abbattuto il vergognoso muro della "precocità" permettendo l'accesso alla pensione a tutti soggetti deboli 'ultra41isti' oggi esclusi (disoccupati, usuranti, caregivers, gravosi, etc.) magari andando, come si sente in giro, a quota 41 e 6 mesi e, per tutti coloro che si trovano sul canale di anzianità, oggi "beffardamente" rinominato in "anticipata", la soppressione del meccanismo infernale della ADV. Poi l’augurio che il lavoratore fa alla sua categoria, in attesa di provvedimenti conclusivi, come la quota 41 per tutti senza se e ma, da anni: “Voglio comunque confidare sino in fondo sugli attuali governati dopo gli impegni presi e dopo avere acquisito la nostra fiducia, alla quale potrebbero infierire (cosa che non auspico assolutamente) un colpo letale”.