Sono oltre 400 mila le Pensioni che l’Inps versa da più di 38 anni. Sono questi gli ultimi dati che emergono dall’Osservatorio statistico dedicato dell’istituto Nazionale della Previdenza Sociale in merito alla composizione degli assegni liquidati all’inizio del 2018. Dopo la notizia che fece scalpore alcune settimane fa della collaboratrice scolastica friulana che percepisce l’assegno previdenziale da 35 anni, essendo andata in pensione a 29, gli ultimi dati Inps lasciano intendere che quello assurto all’onore delle cronache non è certamente un episodio isolato ma solo la spia di un fenomeno, quello delle baby pensioni, la cui portata spiega molto sulle cause dell’attuale dissesto del sistema previdenziale italiano.
Sono 400 mila le pensioni Inps erogate da più di 35 anni
Sono esattamente 406.952 le pensioni Inps erogate prima del 1980 che, quindi, sono pagate da oltre 38 anni con un saldo decisamente positivo, a favore dei pensionati, rispetto ai contributi versati. Secondo l’Osservatorio sulle pensioni dell’Istituto, inoltre, se si prendono in considerazione le pensioni erogate da almeno 30 anni, la cifra sale addirittura a 1,7 milioni di assegni, comprendendo nel calcolo solo le pensioni di vecchiaia, di anzianità e per i superstiti. Dal conteggio, quindi, rimangono esclusi i trattamenti dovuti per invalidità e gli assegni sociali.
Dal punto di vista strettamente numerico, la maggior parte delle pensioni di lunga durata appartengono ad ex lavoratori del settore privato (551 mila contro 55 mila del settore pubblico), ma l’analisi qualitativa dei trattamenti evidenzia una situazione di forte squilibrio a favore dei pensionati della pubblica amministrazione.
Pensioni settore pubblico e privato, le differenze
L’età media dei pensionati che percepiscono il trattamento Inps era, al momento dell’erogazione dell’assegno di vecchiaia, di 49 anni per i dipendenti pubblici e di 54,5 anni per i pensionati provenienti dal settore privato. Una differenza dovuta al fatto che le regole in vigore prima del 1980 hanno favorito il diffondersi del fenomeno delle ‘baby pensioni’ del settore pubblico dove, ricordiamo, l’uscita dal lavoro era possibile con soli 20 anni di contributi versati.
Per le donne con figli, addirittura, erano sufficienti 14 anni, 6 mesi ed un giorno, come nel caso della baby pensionata record friulana, andata in pensione a soli 29 anni di età.
Analoghi squilibri a favore dei pensionati pubblici si riscontrano anche analizzando gli importi medi delle pensioni pagate da oltre 38 anni, per le quali gli assegni percepiti dai pensionati del settore privato ammontano mediamente a 818 euro mensili, mentre per il settore privato l’Inps versa un trattamento medio di 1.650 euro mensili.