Sui principali media e social network continua a tener banco la prossima riforma delle pensioni. Il Sole 24 Ore indica quali potrebbero essere le intenzioni dell’esecutivo in materia previdenziale: si tratta di una quota 100 selettiva. Il quadro dovrebbe farsi sempre più chiaro nei prossimi giorni, ove il nodo risorse dovrebbe finalmente sciogliersi dal momento che la legge di bilancio è ormai alla porte.
Pensioni anticipate, sì a Quota 100 ma non per tutti
Al momento quel che pare certo è che la pensione anticipata quota 100 non potrà in alcun modo essere per tutti e tanto meno potrà soddisfare quanti si erano illusi avendo 60 anni e 40 di contributi, totale della somma 100, di poter accedere alla quiescenza in anticipo.
Allo stato attuale il Governo sta studiando due ipotesi di uscita anticipata, ma comunque selettive: la platea, in un caso o nell'altro, di quanti potranno beneficiare della quota 100 sarà davvero ridotta, rispetto alle intenzioni iniziali ‘sbandierate’ in campagna elettorale.
Quota 100 sarà per pochi, platea selezionata
Ad oggi, tra le ipotesi valutate dai tecnici del Mef vi sarebbe quella di poter destinare alla quota 100 circa 2-2.5 miliardi di euro, cifra molto lontana dalla già ridotta ipotesi ventilata da Brambilla (esperto previdenziale della Lega), che prevede l’accesso a questa misura di pensione anticipata solo dai 64 anni e 36 di contributi, che richiederebbe uno stanziamento pari a 3.5 miliardi.
Mentre ricordiamo che la prima ipotesi di uscita anticipata per tutti, che indicava come requisiti il raggiungimento del 100 come somma tra età anagrafica e contributiva costerebbe almeno 7-8 miliardi. Una cifra troppo lontana dalle reali risorse, ragione per cui il Governo starebbe studiando la quadra migliore. Due al momento le ipotesi in campo: la prima sarebbe una quota 100 come strumento aggiuntivo per la gestione delle aziende in crisi e dunque degli esuberi; questo porterebbe il Governo a rendere 'modulabili' i requisiti di ingresso.
In buona sostanza età anagrafica e contributiva necessari per accedere alla pensione potrebbero variare a seconda del settore di impiego del lavoratore. La seconda ipotesi prevede invece una platea di possibili beneficiari più ampia, si starebbe studiando o un accesso per poche categorie specifiche (forse con la logica dell’ape sociale, dunque precedenza alle categorie disagiate) o usando i vincoli rigidi ipotizzati da Alberto Brambilla già alcuni mesi fa.
Ossia quota 100 dai 64 anni, con ricalcolo dell’assegno con contributivo dal '96, e la possibilità di raggiungere il montante usando unicamente 2 anni di contributi figurativi. Questa opzione, dicono preoccupati i sindacati, se non vi fosse la proroga dell’ape sociale, potrebbe divenire penalizzante per le categorie che prima potevano uscire dai 63 anni con assegno senza nessuna decurtazione.