Sulle Pensioni i sindacati continuano ad esprimere preoccupazione in merito agli interventi in preparazione per la prossima legge di bilancio 2019. Dall'Ugl si chiede di convocare le parti sociali per spiegare come funzioneranno i provvedimenti prima che vengano inseriti all'interno della Manovra, rimarcando contestualmente l'importanza di avviare anche una quota 41 in favore dei lavoratori precoci (e dei giovani disoccupati penalizzati dal blocco del turn over). La Uil ricorda invece i rischi insiti nell'approvazione di una quota 100 da 64 anni per coloro che vivono situazioni di disagio e che potrebbero veder terminare anche la sperimentazione dell'Ape Sociale.

Nel frattempo il Governo continua ad ostentare serenità nei confronti di una possibile tempesta d'autunno sui mercati, mentre annuncia che il percorso di cambiamento su pensioni e tasse in preparazione lascerà il segno.

Proietti (UIL): quota 100 rischia di penalizzare i lavoratori in difficoltà

Coloro che vivono situazioni di disagio in età avanzata potrebbero essere tra i più penalizzati nell'introduzione della nuova quota 100, con un ritardo nell'uscita dal posto di lavoro fino a 4 anni. È l'allarme lanciato dal Segretario confederale della UIL Domenico Proietti, il quale ha espresso la propria preoccupazione in merito al vincolo minimo dei 64 anni di età per l'accesso al nuovo meccanismo di prepensionamento.

Un paletto che si andrebbe a sommare all'eventuale conclusione dell'anticipo pensionistico attualmente in vigore. "Con gli attuali criteri per accedere all’Ape social chi si trova in stato di disoccupazione, chi assiste un familiare disabile e i lavoratori con gravi disabilità possono, dallo scorso anno, accedere a questa misura con quota 93, quindi con un notevole anticipo rispetto a un’ipotetica quota 100", ha spiegato il sindacalista, ricordando anche che "chi svolge mansioni gravose può accedere all'Ape sociale con quota 99, già a partire dall'età di 63 anni".

Diventa quindi evidente il rischio di una maggiore penalizzazione, che nel caso fosse confermata in legge di bilancio 2019 risulterebbe inaccettabile.

Capone (UGL): la quota 41 è fondamentale

Sul dibattito in corso in merito alla flessibilità previdenziale è intervenuto anche il Segretario generale dell'UGL, ricordando la necessità di un intervento nella prossima legge di bilancio 2019.

Una manovra che è stata definita come "decisiva" per i lavoratori che sono stati penalizzati dalla riforma Fornero, ed anche per i giovani che si sono visti mettere "in ginocchio" a causa del blocco del turn over. Paolo Capone chiede quindi all'esecutivo di avviare subito il confronto con i sindacati "per dare maggiori delucidazioni sui fondi da destinare alle due eventuali manovre: Quota 100 e Quota 41". In merito a quest'ultima opzione, il sindacalista ricorda anche che risulta "opportuno che un lavoratore dopo 41 anni di servizio vada meritatamente a casa. Si continui, dunque, in tal senso con l’obiettivo di liberare posti per le nuove generazioni".

Salvini (Lega): non abbiamo paura dei mercati

Nel frattempo dal Governo continua a trasparire fiducia nella capacità di affrontare un'eventuale crisi di mercato dovuta alla prossima legge di bilancio. Il Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha spiegato alla radio tedesca Deutsche Welle di non avere paura, perché l'economia e le imprese italiane sono solide. Parlando delle riforme in avvio, ed in particolare "riguardo all'occupazione, alle pensioni ed alle tasse, il nuovo governo lascerà il segno, con un nuovo percorso, con il cambiamento, la crescita; per questo non sono preoccupato per i dati di questo periodo. Stiamo già lavorando sulla crescita, che recupererà". Infine, l'esponente leghista ha preso le distanze dalla "grande finanza" internazionale ed europea, spigando che "ci sono persone che speculano".

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