Il Governo Conte è ancora al lavoro sui temi da affrontare nella nuova Legge di Bilancio che entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2019. Sono ripresi, infatti, i lavori parlamentari in vista dell'approvazione della nuova manovra finanziaria che dovrebbe portare ad importanti novità in campo previdenziale.

Resta ancora accesa la discussione sulla famigerata quota 100 lanciata nei giorni scorsi dal ministro dell'Interno Matteo Salvini riguardante l'uscita a partire dai 62 anni accompagnati dai 38 anni di versamenti contributivi; ipotesi che non viene condivisa da alcune cariche politiche a causa degli ingenti costi che potrebbe comportare per le casse statali.

Si parla di oneri pari a 13 miliardi di euro per il primo anno fino a salire ai 20 miliardi. Al momento l'ipotesi più gettonata sembrerebbe quella riguardante la quota 100 a partire dai 64 anni di età unitamente ai 36 anni di versamenti contributivi anche se tali requisiti potrebbero essere restrittivi per alcune categorie di lavoratori.

Il Governo pensa alla Quota 41,5

Intanto, l'esecutivo giallo-verde starebbe pensando ad una nuova ipotesi inerente all'introduzione di una quota 41 con l'aggiunta di ulteriori sei mesi. Come ormai noto, infatti, la quota 41 a favore dei lavoratori precoci è stata sin da subito archiaviata per via dei costi che le casse statali avrebbe dovuto sostenere anche se successivamente è spuntata la nuova ipotesi di introdurre in Legge di Stabilità la quota 42 al fine di consentire a molti lavoratori di lasciare anticipatamente l'attività lavorativa dopo la maturazione di almeno 42 anni di anzianità contributiva indipendentemente dall'età anagrafica.

La nuova ipotesi riguardante la cosiddetta quota 41,5, infatti, sembrerebbe un giusto compromesso fra Quota 41 e 42 per dare la possibilità a coloro che hanno una lunga carriera contributiva alle spalle di anticipare l'uscita.

Sindacati divisi su due fronti

I sindacati, intanto, avrebbero chiesto l'apertura di un nuovo tavolo di confronto con l'esecutivo al fine di discutere le nuove ipotesi in materia previdenziale.

Il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan, infatti, sembra aver accolto la proposta lanciata dal vicepremier della Lega Matteo Salvini ritenendola una buona fase di confronto. Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, invece, non sembra approvare la proposta visto che, dal canto suo è penalizzante per i giovani e per il meridione.