"Il meccanismo di Quota 100 non deve essere sostitutivo all'Ape Sociale, misura che tutela i lavoratori in condizioni di grave difficoltà", è questo l'appello lanciato dal segretario confederale della Uil Domenico Proietti secondo il quale la misura in materia previdenziale tanto attesa potrebbe comportare delle penalizzazioni ad alcune categorie di lavoratori come un ritardo nell'accesso alla pensione di 4 anni.

Il Governo si muove su due ipotesi

Il Governo Conte, intanto, è al lavoro sulla nuova Legge di Stabilità: questa settimana, infatti, potrebbe essere decisiva per conoscere le prossime mosse dell'esecutivo che sembrerebbe muoversi su due fronti.

La prima ipotesi si basa sull'introduzione della Quota 100 con diverse modulazioni della somma fra l'età anagrafica e i versamenti contributivi a seconda del settore di appartenenza dei lavoratori e l'altra, invece, riguarderebbe l'introduzione dei paletti che porterebbero i requisiti fissi a partire dai 64 anni di età accompagnati dai 36 anni di contributi. Inoltre, l'assegno previdenziale verrebbe calcolato con il metodo contributivo.

Barbagallo chiede un nuovo confronto

In attesa di conoscere le decisioni dell'esecutivo, i sindacati si fanno avanti chiedendo la revisione della misura e considerando Quota 100 un intervento penalizzante per alcune categorie di lavoratori: i disoccupati e le lavoratrici madri, infatti, potrebbero andare incontro ad un ritardo fino a quattro anni per accedere all'agognata quiescenza dal momento che dovranno attendere fino a 67 anni di età anagrafica per accaparrarsi la pensione di vecchiaia.

Secondo la Uil, inoltre, la Quota 100 non smonterebbe l'intero impianto della precendente riforma previdenziale e danneggerebbe molti lavoratori. Secondo quanto riportato da "Yahoo notizie", per questo motivo il leader della Uil Carmelo Barbagallo ha chiesto un nuovo confronto con il Governo al fine di discutere su alcune proposte formulate dalle parti sociali.

Treu: 'cancellare le pensioni anticipate'

E non sono mancate nemmeno le critiche sul tema da parte dell'ex ministro del Lavoro Tiziano Treu che considera le Pensioni anticipate come un'ingiustizia chiedendone anche l'eliminazione definitiva. Come riportato da "Money", infatti, l'attuale presidente del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro avrebbe affermato: "Occorre fare passi indietro sulle riforme previdenziali che hanno consentito una maggiore flessibilità in uscita e rivedere al rialzo l'età per accedere al pensionamento".