Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 13 ottobre 2018 vedono concretizzarsi nuovi dettagli in merito alla proroga del meccanismo di pensionamento anticipato tramite opzione donna, con l'incremento di un anno del requisito anagrafico. Nel frattempo emergono anche nuove considerazioni in merito alla platea dei beneficiari della quota 100 all'interno della pubblica amministrazione, mentre dall'opposizione arrivano aspre critiche sulla sostenibilità delle opzioni rispetto ai dati resi disponibili tramite l'Inps.

Infine Confindustria commenta i nuovi interventi su pensioni e welfare dicendosi attendista e chiedendo di rilanciare la crescita del Paese.

Pensioni anticipate e opzione donna: le ipotesi sui nuovi criteri

Da un post inserito nel gruppo "Movimento Opzione Donna" emergono nuovi dettagli in merito alla proroga della misura di pensionamento anticipato. "L’Inps ha riconfermato al Ministero del Lavoro l’applicazione del principio della c.d. cristallizzazione [...] Pertanto, al fine di non perdere irrimediabilmente la possibilità di prorogare Opzione Donna al 2018 e rimandare ad una nuova definizione nell’anno 2019 il Ministero del lavoro ha ravvisato che l’unica strada per rientrare nei costi e recuperare la certezza di inserire nella legge di bilancio 2019 la Proroga di Opzione Donna consiste nella revisione del requisito anagrafico previsto dalla legge 243/2004 con l’aumento di un anno del requisito anagrafico delle lavoratrici dipendenti (pubbliche e private) e delle lavoratrici autonome".

Dal Movimento si assicura in ogni caso che proseguirà il pressing istituzionale al fine di allargare la platea delle potenziali beneficiarie.

Uscite flessibili e Manovra 2019: le falle della quota 100 nella P.A.

Dal Sole 24 Ore arriva invece una nuova analisi riguardante la presenza di possibili falle nell'avvio della quota 100 all'interno della pubblica amministrazione. I lavoratori potenzialmente interessati in questo comparto sono circa 160mila, a cui spetta come liquidazione il cosiddetto TFS (trattamento di fine servizio). Bisogna però sottolineare che con le regole attualmente in corso di validità verrebbero corrisposti immediatamente 50mila euro, mentre la parte restante sarebbe versata non oltre 60 mensilità.

Per rimediare al problema, il Governo sta pensando di ricorrere ad un anticipo da parte delle banche, in modo da pagare immediatamente il TFS ai neo pensionati e di diluire il costo dell'operazione sui conti pubblici nel tempo. Oltre a ciò, l'esecutivo potrebbe trovarsi a dover gestire anche il rischio di un vero e proprio esodo del personale nella scuola e nella sanità. Si parla infatti di uscite non programmate per 40mila persone negli istituti scolastici e per 70mila lavoratori nel comparto sanitario. Un flusso che non potrebbe essere coperto interamente dai nuovi inserimenti, perlomeno nel breve termine.

Damiano (PD): su Q100 dibattito drammaticamente superficiale

Dall'opposizione arriva un commento di preoccupazione in merito alla nuova misura di flessibilità previdenziale in avvio con la legge di bilancio 2019.

"Se si continua così, con gli slogan, verrà fatto del male ai lavoratori e ai pensionati " spiega l'esponente dem Cesare Damiano, ricordando che "Il problema non è dire Quota 100: troppo facile. Il punto è come si fa. Partire da 62 anni con un minimo di 38 di contributi fa 100: ma se hai 63 anni fa 101, e via andando. Quota 100, nella proposta del Governo, non c'è più, perché è mediamente Quota 102". L'ex Ministro del Lavoro evidenzia che il provvedimento resta comunque "meglio che niente", ma se si arrivasse ad un contemporaneo taglio dell'Ape social si eliminerebbero di fatto anche le quote 99 (per chi svolge attività gravose) e 93-91 per chi ha perso il lavoro. Partendo da questo presupposto, Damiano spiega che il problema "è che le risorse non bastano per fare quello che dice il Governo", un punto che si può facilmente riscontrare anche rispetto ai dati diffusi dall'Istituto pubblico di previdenza fin dalla scorsa legislatura.

Confindustria in attesa sulla Manovra

Gli industriali sospendono il giudizio in merito al tema della legge di bilancio 2019, per capire se ci sarà una sufficiente attenzione alla crescita. Un capitolo, quest'ultimo, sul quale il Governo "si gioca la credibilità". In merito al campo previdenziale, il Presidente Vincenzo Boccia ha spiegato che "non c'è automatismo tra riforma delle pensioni e maggiore occupazione", mentre sul reddito di cittadinanza ha aggiunto che "non deve diventare un sussidio", ma piuttosto "dovrebbe essere un ponte per costruire occasioni di occupazione e risolvere le criticità".