Tutto oro ciò che luccica? Evidentemente no, il detto purtroppo vale anche in campo previdenziale, perché nonostante siano arrivate buone notizie dopo l’approvazione del Documento di Economia e finanza e le prime misure certe: quota 100 e proroga opzione donna, in realtà entrambe le platee sono ridotte e anche per le donne, come fa notare Armiliato (referente del CODS Comitato Opzione Donna Social) non è per tutte. Ecco cosa cambia nella legge Fornero dal 2019 e soprattutto per chi.
Pensioni, Quota 100: fuori i precoci e molti lavoratori del Sud
La quota 100 sarà strutturale, partirà a febbraio 2019 e dovrebbe prevedere 4 finestre di accesso dal 2020 in cui potrà essere effettuata l’uscita dal mondo del lavoro, una strategia, questa, messa in atto per ridurre i costi. della misura. Il vecchio meccanismo delle finestre ricomprende il periodo che va dalla maturazione del diritto alla pensione all'effettiva uscita dal lavoro, che spesso non coincidono ed allungano l’attesa. Alla quota 100 potranno accedere quanti hanno 62 anni anagrafici e 38 contributivi, ragione per cui chi ne ha 40 di contributi, ma ha 60 anni, resterà fuori dalla misura, in quanto per accedere alla quiescenza, a detta del Governo, è troppo giovane.
Per lui la quota 100 scatterà in realtà a 102, alla maturazione dei 62 anni d’età.
La quota 100, lo ricordiamo è una possibilità, un’opzione facoltativa, non impedisce, ci riferiamo ai precoci che hanno 42 anni ma solo 58 d’età, di accedere alla pensione con gli attuali requisiti per le anticipate, stabiliti dalla Legge Fornero, ossia 43 anni e 3 mesi dal 2019, o 42 e 10 mesi se fosse abolito il meccanismo che aumenta l'età pensionabile in base all'aumento dell'aspettativa di vita per le anticipate dal 2019.
Per i precoci nessun senso avrebbe attendere di raggiungere i 62 anni d’età, in quanto resterebbero al lavoro, considerando l’esempio del 58enne, per ulteriori 4 anni. Penalizzati anche donne e lavoratori del Sud che spesso faticano a raggiungere, a causa della discontinuità lavorativa, gli anni contributivi richiesti. Altra misura approvata a metà, in modo parziale, la proroga dell’opzione donna.
Proroga Opzione donna, passa ma non per tutti
Orietta Armiliato (CODS) ha pubblicato un post ed ha precisato: “Stralcio dal comunicato stampa ufficiale diffuso dopo il CdM tenutosi ieri 15 ottobre, la parte concernente le misure che il Governo ha inserito nella bozza della Legge di Bilancio 2019 (della quale si sta attendendo il dettaglio) che approderà alle Camere per essere discussa il prossimo 20 Ottobre. Come noterete, non sono stati menzionati i 7 mesi aggiuntivi riferiti all'aspettativa di vita in vigore dal 2016: trattasi evidentemente di un refuso”. Ecco cosa cita il comunicato: 'Per le donne si proroga opzione donna che permette alle lavoratrici con 58 anni se dipendenti e 59 se autonome , e 35 di contributi, di andare in pensione'.
Dunque i requisiti anagrafici, alzati di un anno, richiedono di maturare entro il 31/12/2018 58.7 anni o 59.7 anni, questo ridurrebbe la platea lasciando fuori molte donne, una soluzione proposta dal CODS (Comitato Opzione Donna Social) concerne quella di estendere, visto il cambio dei requisiti in corso, al 31/12/2019 il tempo utile per maturare i requisiti anagrafici richiesti. Attualmente in molti sono rimasti delusi da quota 100 e proroga della misura denominata Opzione Donna. Le opzioni di uscita anticipata, non essendo valide per tutti come sperato, stanno generando forte senso di ingiustizia.