Sembra che sia arrivato un accordo definitivo sulla questione pensioni fra le due parti del Governo capeggiato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Conte: il Movimento 5 Stelle e Lega. La quota 100 consisterà nella formula 62+38 (con delle deroghe basate sempre sui 38 anni contributivi), mentre verrà presa in considerazione l'Ape Sociale e anche l'Opzione donna. La Legge di Bilancio però non contempla il tanto decantato superamento della legge Fornero, un cavallo di battaglia delle elezioni.

Quota 100: arriva la formula 62+38 ma subentrano anche le quote 101 e 102

Sembra che l'accordo definitivo sulla questione "Quota 100" per le Pensioni anticipate preveda la formula dell'uscita dal lavoro a 62 anni, a patto però che siano stati maturati 38 anni di contributi. Ma non si tratta affatto di una formula fissa e fine a se stessa. Infatti, nel caso in cui il requisito dei contributi sia raggiunto sempre con i 38 anni si potrebbe andare in pensione anche a 63 anni (ed in questo caso si parlerà di "quota 101") oppure a 64 ("quota 102"). Se per i dipendenti del privato si aprono le finestre di uscita ogni 3 mesi, per i pubblici saranno 2 all'anno, con un obbligo di preavviso di sei mesi.

Una eccezione sono i dipendenti della scuola, che ne avranno soltanto una. Per quanto riguarda invece la Fornero, nella legge di Bilancio non figura come una priorità il superamento della stessa, piuttosto una sorta di revisione della legge in sé. Se prima si era fortemente indecisi sull'introduzione dell'Ape sociale e dell'Opzione donna, ora sembrerebbe che le due parti dell'attuale governo vogliano prenderle seriamente in considerazione, senza modifiche significative.

Questione pensioni d'oro e contributo di solidarietà: le aliquote

Sembra inoltre che le pensioni al di sopra dei 90mila euro lordi annui dovrebbero subire un intervento finalizzato ad un contributo di solidarietà, il quale dovrebbe accumulare almeno 1 miliardo nell'arco di cinque anni. La percentuale di questo contributo arriverà al 20% nel caso in cui l'assegno annuo tocca i 200mila euro lordi l'anno.

Ovviamente queste per ora sono tutte disposizioni in attesa di una ufficializzazione, che sarà tale una volta passate per tutto l'iter burocratico e pubblicate infine sulla Gazzetta Ufficiale, ovvero la principale fonte di diffusione delle norme in vigore in Italia e di eventuali concorsi pubblici.