Il Governo sembra aver confermato il tanto atteso sistema delle quote dopo la lunga trattativa con Bruxelles sulla nuova manovra finanziaria che entrerà in vigore dal prossimo anno. Quota 100, infatti, partirà non prima delle primavera, mentre potrebbero esserci meno risorse per il cosiddetto reddito di cittadinanza.

Mancano ormai poco più di 40 giorni al varo del disegno di Legge di Bilancio e il governo Conte non ha ancora ufficializzato i dettagli sulle misure in materia previdenziale, anche se appare abbastanza chiaro che quota 100 sia ormai una misura confermata.

Tuttavia, non sarà inclusa nella nuova Legge di Stabilità 2019, ma prenderà piede con un decreto collegato alla manovra che l'esecutivo dovrà emanare prima di Natale. Stando a quanto riportato dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, sono state confermate anche la proroga del regime sperimentale donna oltre il 31 dicembre 2020 e l'Ape Sociale messo in campo dal governo Renzi.

Il governo conferma l'uscita con Quota 100

La tanto sbandierata Quota 100 entrerà in vigore nei primi mesi del 2019 e tutti i lavoratori autonomi e i dipendenti del settore privato che sono in possesso di almeno 62 anni di età anagrafica, unitamente ai 38 anni di anzianità contributiva, potranno fare domanda presso l'Inps anche se dovranno aspettare l'apertura della prima finestra utile per il pensionamento anticipato: il primo assegno potrà essere incassato fra aprile e maggio.

Cosa assai diversa per i dipendenti della Pubblica Amministrazione che, invece, avranno l'obbligo di dare un preavviso di pensionamento di tre mesi e, dopo aver ottenuto la certificazione da parte dell'ente di previdenza, dovranno attendere altri tre mesi.

L'ultima novità sul pensionamento anticipato, consiste nel divieto di cumulo di altri redditi da lavoro fino a 5 anni nel caso in cui il pensionamento anticipato scatta a 62 anni.

Sempre secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, per i dipendenti pubblici che sceglieranno l'uscita anticipata con Quota 100 è previsto un anticipo bancario del tfr con il rimborso degli interessi a carico delle casse statali. Restano invariati, invece, i requisiti per l'accesso all'Ape sociale: potranno fare richiesta tutti i lavoratori che versano in condizioni economiche disagiate in possesso di almeno 63 anni di età anagrafica.

Quanto all'Opzione Donna per la quale è stata confermata la proroga fino al 2021, potranno accedere al pensionamento tutte le lavoratrici con 57 anni di età e 35 anni di contribuzione accettando, però, il ricalcolo contributivo dell'assegno.

Tagli alle risorse sul reddito di cittadinanza

Come ormai noto, anche il reddito di cittadinanza sarà una novità che verrà introdotta dal prossimo anno seppure con qualche variazione: il governo gialloverde, infatti, pensa di confermare l'importo dei 780 euro mensili per tutti i disoccupati, ma fissando la soglia Isee a 9.360 euro. Da ciò, potrebbe scaturire un netto taglio delle risorse finanziarie che dagli iniziali 9 miliardi di euro previsti dalla Legge di Bilancio potrebbero toccare la soglia dei 6 miliardi.