Il famigerato meccanismo della Quota 100 sarà attuata con una versione ponte fino ad un massimo di tre anni. A chiarirlo è il quotidiano economico "Il Sole 24 Ore". Quota 100, infatti, la misura tanto attesa da migliaia di lavoratori penalizzati dalla Riforma Fornero sarà un intervento valido per un triennio e a partire dal 2022 entrerà in campo la Quota 41 con la possibilità di lasciare anticipatamente l'attività lavorativa dopo la maturazione di 41 anni di anzianità contributiva indipendentemente dall'età anagrafica.
Per Salvini l'obiettivo finale è Quota 41
Si tratta di una misura più volte sbandierata dalla Lega che non è stata inserita nella nuova Legge di Stabilità 2019 per via degli oneri elevati che le casse statali sarebbero stati costrette a sopportare. Tuttavia, come afferma anche il segretario federale della Lega Matteo Salvini, Quota 41 costituisce l'obiettivo finale del Governo. "Ho chiesto che entro febbraio ci possano essere le prime uscite", ha aggiunto il vicepremier leghista confermando che sia il reddito di cittadinanza sia il tanto atteso superamento della Riforma Fornero saranno legge entro Capodanno. Per il leader della Lega, inoltre, l'obiettivo consiste nell'attuare il pacchetto sulla previdenza a margine di questi cinque anni di legislatura con lo scopo di arrivare anche a quota 41 a favore dei lavoratori precoci.
Quota 100 solo per tre anni, poi quota 41 per tutti
Intanto, stando a quanto affermato da "Il Sole 24 Ore", il pacchetto previdenza da tradurre in un emendamento alla nuova manovra finanziaria è già pronto. La Quota 100, infatti, potrebbe essere attuata in versione ponte che sarebbe valida per tre anni fino al 2022 anno in cui tutti i lavoratori potrebbero avere la possibilità di anticipare l'uscita dal lavoro dopo il raggiungimento dei 41 anni di contribuzione effettiva.
Tra le misure che faranno definitivamente parte della Legge di Bilancio anche la proroga del regime sperimentale donna e dell'Ape sociale con impegno di un eventuale proroga nella prossima Legge di Stabilità.
Quanto all'adeguamento dei requisiti alla speranza di vita, invece, l'esecutivo giallo-verde sembra aver confermato il congelamento a partire dal 2019 mentre restano ancora dubbi sulle modalità di attuazione delle misure in materia previdenziale.
L'ipotesi sul tavolo di Palazzo Chigi, infatti, verte sulla presentazione di un emendamento del disegno di legge da presentare a margine del passaggio del testo al Senato. In alternativa, si pensa ad un decreto legge post-manovra.