Sarebbe pronta la riforma delle Pensioni che dovrà adesso essere tradotta in un emendamento alla legge di Bilancio 2019 al vaglio del Parlamento e di Bruxelles che guarda con grande attenzione e preoccupazione ai conti pubblici dell’Italia. In attesa della quota 41 per tutti, ovvero la possibilità di andare in pensione con 41 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età anagrafica, il pacchetto previdenziale su cui sta lavorando in queste ore il governo gialloverde si basa sostanzialmente sulla quota 100 ma con dei paletti: almeno 62 anni di età anagrafica e 38 di anzianità contributiva.

Pensioni, fra tre anni la quota 41 per tutti

La prima versione della formula quota 100, già ribattezzata “versione ponte” dal quotidiano Il Sole 24 Ore, dovrebbe durare tre anni, cioè dal 2019 al 2021, mentre poi – dal 2022 al 2023 – dovrebbe essere introdotta per tutti la quota 41. Secondo quanto riporta il giornale degli industriali, i provvedimenti definitivi in materia pensionistica contemplano anche la proroga del regime sperimentale di Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici; proroga che però dovrebbe essere soltanto di un anno e non più di tre anni come originariamente previsto. Lo stesso vale per la proroga dell’Anticipo pensionistico sociale attivato dal Governo Gentiloni, l’impegno è quello di rinnovarlo, eventualmente, con la prossima manovra.

Intanto si parte con la quota 100 con i paletti

Il non adeguamento all’aspettativa di vita dei requisiti per la pensione anticipata viene, invece, confermato dal Governo Conte come strutturale. Dal prossimo anno, dunque, scatteranno solo i 67 anni per la pensione di vecchiaia, così sarà fino all’anno 2023 se l’Istat dovesse confermare le stime attuali sulle aspettative di vita.

A tal proposito, si prevede infatti un’inversione di tendenza: non più un aumento e dunque un calo delle speranze di vita. Queste sono le misure che dovrebbero trovare spazio in una sorta di maxi emendamento alla manovra durante l’esame parlamentare al Senato della Repubblica, secondo le ipotesi più gettonate nelle ultime ore.

Non è comunque da escludere del tutto la possibilità che gli interventi sulle pensioni vengano inseriti già tra i correttivi dell’esecutivo e dei relatori della legge di Bilancio 2019 durante l’esame del testo in commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Già in questa fase, dunque, potrebbero prendere concretamente forme gli interventi che intende mettere in campo il governo sul fronte previdenziale.