C’è un settore lavorativo che sembra non subire la crisi economica ed è quello del lavoro domestico. Almeno numericamente, la badante sembra una attività in crescita, figlia probabilmente dell’invecchiamento della popolazione e del fatto che ormai, famiglie con entrambi i coniugi che lavorano sono la stragrande maggioranza. Le statistiche sono chiare, con 1,5 milioni di soggetti occupati come lavoratori domestici, dei quali oltre 850mila registrati all’Inps. Poco meno della metà risultano assunte come badanti e negli ultimi 7/8 anni si è registrato un autentico boom, visto che nel 2011 risultavano assunti solo 270mila collaboratori.

Il costo del lavoro domestico però risulta abbastanza alto, nonostante gli stipendi minimi previsti dal CCNL siano piuttosto bassi. Molte famiglie non possono permettersi i servizi di una badante e probabilmente questo è uno dei fattori che concorre alla diffusione del lavoro nero nel settore, con lavoratori che prestano servizio molte volte senza alcuna copertura assicurativa e previdenziale. In Lombardia anche la politica sembra interessarsi all’argomento: recentemente la Giunta regionale ha deliberato il via alla sperimentazione di un bonus per le famiglie. Ecco come funziona il nuovo bonus badanti che ha una dotazione di 3 milioni di euro.

Contributi a fondo perduto

Una operazione finanziata come dicevamo, da una coperta di 3 milioni di euro destinati a famiglie che assumono assistenti familiari e ai Comuni che devono adottare misure di orientamento per queste famiglie alla costante ricerca di lavoratori.

La giunta ha approvato una delibera che porta la firma di due assessori regionali, Silvia Piani e Stefano Bolognini, rispettivamente per l’assessorato delle pari opportunità e per quello delle politiche sociali. Nelle interviste con cui i proponenti hanno accompagnato il varo della delibera, si sottolinea come l’intervento sia stato pensato al fine di aiutare gli sportelli informativi territoriali nella fase di assistenza delle famiglie nella ricerca e nella selezione del lavoratore e per sostenere economicamente le famiglie sul costo del lavoro domestico.

Il contributo dovrebbe essere a fondo perduto, consentendo una riduzione delle trattenute previdenziali fino al tetto massimo del 50%.

La misura in sintesi

Dal punto di vista delle cifre, i 3 milioni di dotazioni per questo bonus badante è suddiviso in 900mila euro per i comuni e 2,1 milioni per le famiglie considerate vulnerabili dal punto di vista reddituale.

Il meccanismo con cui verranno scelte le famiglie da sostenere è sempre quello relativo all’Indicatore della Situazione Economica Equivalente della famiglia, cioè l’Isee. Dalla delibera, l’Isee dovrebbe essere pari o inferiore alla soglia di 25mila euro. La misura si rivolge a chi detiene regolarmente un collaboratore domestico, cioè assunto a norma di legge ed a famiglie con residenza in territorio della Lombardia da almeno 5 anni. Già predisposta la macchina operativa, con le istanze da presentare telematicamente attraverso il sistema regionale dei bandi. Una volta accolta l’istanza, per le famiglie il contributo sarà erogato in unica soluzione e come dicevamo, come contributo a fondo perduto.