Sindacati ancora sul piede di guerra. In attesa che il Governo emani i decreti attuativi sulle misure contenute nella nuova Legge di Stabilità 2019, infatti, le parti sociali si sono dette pronte a nuove mobilitazioni per protestare contro il taglio delle Pensioni previsto dalla manovra finanziaria approvata lo scorso dicembre dal Parlamento.
Sindacati pronti a mobilitazione contro i tagli delle pensioni
Giorno 4 gennaio, infatti, Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp Uil si sono dati appuntamento a Torino dinanzi la Prefettura in piazza Castello per protestare contro la Legge di Bilancio che stabilisce la riduzione della rivalutazione degli assegni di importo superiore a 1.522 euro lordi mensili (circa 1.200 euro netti) prevista per il triennio 2019-2020-2021.
"Il Governo non può fare cassa con i pensionati andando a rimettere le mani sul sistema rivalutazione penalizzando così milioni di italiani", spiegano le parti sociali visto che dal canto loro si tratta di un prelievo assai penalizzante sulle pensioni medio-basse. Tuttavia, come ha fatto sapere l'istituto Nazionale di Previdenza Sociale, le pensioni in pagamento nel mese di gennaio non subiranno la rivalutazione prevista dalla nuova normativa ma a partire dal mese di marzo l'Inps provvederà ad effettuare i conguagli sui trattamenti pensionistici adeguandoli alle norme contenute nella manovra finanziaria.
Decreti attuativi in ritardo
Intanto, in attesa dei nuovi decreti attuativi volti a dare efficacia alle nuove misure in materia previdenziale, l'esecutivo giallo-verde sta studiando una probabile modifica sulla Quota 100 che consentirebbe a molti lavoratori di lasciare il lavoro prima dei 62 anni di età previsti dalla Legge di Bilancio, ovvero, potrà anticipare l'uscita a 59 anni fermo restando il requisito contributivo dei 38 anni previo accordi stipulati con l'azienda che dovrà provvedere a sostituire il lavoratore uscente con nuova forza-lavoro.
Una misura che potrebbe sbloccare il cosiddetto turnover e dare maggior spazio alle nuove generazioni.
A preoccupare, però, sono i ritardi accumulati nell'emanazione dei decreti che potrebbero comportare un ingorgo per la presentazione delle domande di prepensionamento. Stando a quanto rasicurato dal Sottosegretario al ministero del Lavoro Claudio Durigon, però, il Governo potrebbe mettere in atto una task force volta a fronteggiare la fase caotica che si creerà nei primi giorni in cui entrerà in vigore Quota 100.