Ultime notizie sulle Pensioni, ad oggi lunedì 7 gennaio, riguardanti l'atteso maxi decreto unico pensioni-reddito di cittadinanza che darà il via alle due misure portanti della nuova manovra finanziaria 2019 formulata dal governo Conte. Il decreto dovrebbe vedere la luce entro la fine di questa settimana. Per quanto riguarda Quota 100, è interessante scoprire quale sarà l'entità della penalizzazione economica a cui andrà incontro il lavoratore che sceglierà di utilizzare questa misura per uscire dal lavoro.
In diversi casi, l'assegno sarà decisamente più leggero rispetto a quello che si sarebbe percepito, aspettando i paletti imposti dalla Legge Fornero.
Riforma pensioni, Quota 100 sarà una libera scelta
Secondo quanto riportato dal quotidiano 'Il Corriere della Sera', la platea di potenziali beneficiari di Quota 100, vale a dire coloro che possiedono il doppio requisito dei 62 anni di età anagrafica e i 38 di versamenti contributivi, è di circa 430mila lavoratori. E' da sottolineare, comunque, che Quota 100 sarà una scelta volontaria di ciascun lavoratore, non vi sarà alcun obbligo di aderire. Anche perché i paletti introdotti dal governo potrebbero essere particolarmente stringenti, a cominciare dal divieto di cumulo con reddito da lavoro (oltre la soglia dei 5000 euro l'anno).
Una norma che, secondo molti, scoraggerà una fetta di lavoratori, soprattutto coloro che appartengono a determinate categorie professionali (come ad esempio i consulenti), abituati ad 'arrotondare' la pensione con attività extra.
Assegno più leggero con Quota 100 rispetto alla normativa Fornero
L'importo della pensione, come sappiamo, sarà inferiore rispetto a quello che il lavoratore avrebbe percepito rispettando la normativa imposta dalla Legge Fornero: è chiaro che versando meno contributi, l'assegno sarà indubbiamente più leggero. Una perdita che, secondo 'Il Corriere della Sera', potrebbe arrivare addirittura a quasi un terzo dell'importo che si sarebbe percepito, attendendo la 'regolare' pensione di vecchiaia.
A fronte di un taglio esiguo (di circa il 5%) per coloro che anticiperanno di un solo anno la propria uscita pensionistica, occorre sottolineare la decurtazione del 30% per chi andrà in pensione almeno 4 anni prima. Questi dati sono stati elaborati dall'Ufficio parlamentare di Bilancio. D'altra parte, occorre comunque considerare che i tagli agli assegni verranno bilanciati dal fatto che ciascun lavoratore avrà il vantaggio di percepire la propria pensione per più tempo.
Riscatto della laurea e uscita anticipata con Quota 100
Una parte di lavoratori potrebbe essere spinta, però, ad uscire con Quota 100 addirittura anche tre anni prima, vale a dire con 59 anni di età anagrafica e 35 di contributi, per effetto degli accordi sindacali aziendali condizionati dalle assunzioni che le imprese dovranno operare.
In questo caso saranno le imprese stesse a farsi carico dell'assegno di 'accompagnamento a Quota 100': al contrario, però, di quanto avviene con l''isopensione', le imprese non dovranno provvedere al pagamento dei contributi. L'articolo 22 permette alle imprese di poter versare anche i contributi per il riscatto della laurea, in modo da poter permettere al lavoratore di raggiungere l'accessibilità ai requisiti di Quota 100. L'impresa potrà dedurre tali oneri dal reddito.