Il reddito di cittadinanza è ufficialmente partito e lo dimostra l’uscita sul web del sito ministeriale dedicato al programma. Il sito che per il momento è solo di informazione sul progetto, potrà essere utilizzato anche per la presentazione delle istanze per soggetti in possesso dello Spid. Intanto, da una prima lettura di quanto riportato sul sito, molti aspetti controversi della misura appaiono sicuramente più chiari. Infatti, ai requisiti necessari per la misura ed alle cifre che finiranno sulle card dei percettori il sussidio, sul sito vengono aggiunti chiarimenti importanti circa gli adempimenti a cui devono sottostare i beneficiari.
Inoltre, uno spazio intero è dedicato alle aziende, che avranno un ruolo importante per le eventuali assunzioni di soggetti provenienti dal progetto reddito di cittadinanza.
Il patto di lavoro
Uno degli obiettivi alla base del reddito di cittadinanza è senza dubbio la ricollocazione lavorativa dei percettori il sussidio. Infatti è necessario rispettare quelle che sul sito vengono definite “condizionalità” utili al perfetto espletamento del progetto. Il beneficiario, una volta accolta la sua domanda dovrà firmare il cosiddetto patto di lavoro. Entro 30 giorni dalla accettazione dell’istanza, sarà il centro per l’impiego a convocare il beneficiario del reddito di cittadinanza per la sottoscrizione del patto di lavoro.
Devono adempiere a questa sottoscrizione i beneficiari appartenenti ad una famiglia dove almeno uno dei componenti sia alternativamente, senza lavoro da non più di due anni, abbia una età inferiore a 26 anni o stia percependo o abbia terminato da poco di percepire la Naspi.
In pratica, una sottoscrizione che reca l’immediata disponibilità al lavoro e l’adesione ad un percorso personalizzato di accompagnamento all’inserimento lavorativo.
Il beneficiario pertanto, è chiamato a collaborare con il tutor e rispettare gli impegni previsti nel patto per il lavoro. Tra questi impegni anche l’accettazione di eventuali Offerte di lavoro. Le proposte di lavoro devono essere congrue, cioè coerenti con le competenze e le esperienze del beneficiario del sussidio ed essere ad una certa distanza dal comune di residenza dello stesso.
Occorre ricordare che nei primi 12 mesi la proposta per essere qualificata come congrua deve essere entro 100 km dalla residenza del beneficiario. Dopo un anno tale principio si sposta a 250 km di distanza per poi diventare su tutto il territorio nazionale se trattasi della terza offerta dopo il rifiuto delle prime due o a sussidio prorogato di ulteriori 18 mesi.
Il patto sociale
Nel caso in cui il disagio e le condizioni di bisogno del beneficiario e della sua famiglia siano complessi, cioè non si limitino a situazioni reddituali e lavorative, andrà sottoscritto ilo passo sociale, stavolta con i servizi sociali competenti di ogni comune. I servizi sociali comunali avvieranno la valutazione multidimensionale del bisogno del nucleo familiare.
L’obiettivo è avviare percorsi che consentano la fuoriuscita dalla povertà e la nuova inclusione sociale per la famiglia.
Incentivi per le imprese che assumono
Sono previste diverse forme di incentivi per le imprese che sceglieranno di assumere i lavoratori provenienti dal reddito di cittadinanza, aziende che saranno quelle che offriranno le congrue proposte di lavoro di cui trattavamo in precedenza. I datori di lavoro metteranno sul portale i posti vacanti in modo tale che i centri per l’impego possano passare alle proposte lavorative verso i fruitori del sussidio. Per assunzioni a tempo indeterminato, le aziende potranno andare a sfruttare 780 euro di sgravio (o l’importo del sussidio percepito dal soggetto che si va ad assumere) contributivo al mese per una durata pari ai mesi di beneficio ancora fruibili dal soggetto assunto e non inferiore a 5 mesi.
Per i percettori del reddito di cittadinanza che vogliono aprire una attività in proprio, anche in cooperativa o società, possibile richiedere fino a 6 mesi di anticipo del sussidio. Per aziende che hanno esaurito tutti gli incentivi per le assunzioni sfruttabili, possibile che le assunzioni di persone provenienti dal RDC vengano agevolate anche come credito di imposta.