Il cosiddetto decretone giace ancora alla Camera in attesa del voto definitivo e del passaggio a Palazzo Madama per una terza lettura. Numerosi sono gli interventi che il Governo Conte cercherà di introdurre nel decreto al fine di correggere alcune norme in materia previdenziale: dalla misura per le donne, ai correttivi per i disabili e all'ampliamento della platea che intenderà richiedere il cosiddetto reddito di cittadinanza.
La 'Riforma Fornero' resta ancora valida
Tuttavia, stando a quanto affermato dal quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", la famigerata Legge Fornero entrata in vigore nel lontano 2012 non viene superata affatto.
Difatti, il sistema delle quote resterà in vigore solo per un triennio visto che, l'esecutivo ha deciso di introdurre solo una misura in via sperimentale che consenta a migliaia di lavoratori il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi. Stando alle stime diramate dall'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale le domande presentate per Quota 100 sfiorano le 90 mila unità ma nonostante ciò, le vie d'uscita anticipato sono molteplici: Ape Sociale, usuranti, Ape volontario, precoci, Opzione Donna e isopensione.
Quota 100 è un privilegio solo per pochi
Ma un altro canale di uscita è rappresentato dalla norma prevista dalla precedente Riforma Fornero, ovvero, dopo la maturazione di almeno 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne indipendentemente dall'età anagrafica raggiunta.
Come ormai noto, Quota 100 resterà in vigore fino al 2021 e consentirà ai lavoratori appartenenti sia al settore pubblico che a quello privato l'uscita anticipata a partire dai 62 anni di età accompagnati dai 38 anni ma si potrà anche uscire con 63, 64 o 65 anni unitamente ai 38 anni di anzianità contributiva.
Inoltre, anche l'Opzione Donna costituisce una delle promesse mantenute dall'esecutivo anche se la misura sarebbe stata prorogata solo per un anno ovvero, fino al 31 dicembre 2019.
Secondo quanto riporta una stima elaborata dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio, invece, il meccanismo della Quota 100 resta solo per una minima percentuale di lavoratori: solo l'1,9 % richiede il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni mentre la restante parte (il 98,1 %) ha un'età pari o superiore a 69 anni ed un minimo di 39 anni di versamenti contributivi. Difatti, solo una minima parte di lavoratori potrà sfruttare Quota 100 mentre saranno molti di più gli over 100.