Nuova stretta per il meccanismo della Quota 100 fortemente sbandierato dalla Lega: la misura previdenziale che consente di anticipare l'uscita a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi, infatti, è stata confermata fino al termine della sperimentazione ma potrebbe avere delle modifiche.
Stando a quanto afferma il quotidiano "Il Corriere della Sera", infatti, il sistema delle quote potrebbe subire alcune modifiche riguardanti l'uscita dall'attività lavorativa: chi richiederà il pensionamento anticipato, potrebbe aspettare tre mesi in più prima di poter percepire il primo rateo della pensione.
Si tratta, tuttavia, solo di un'ipotesi sulla quale sono al lavoro i tecnici dell'esecutivo giallo-rosso, in vista dell'approvazione della nuova Legge di Stabilità 2020 prevista per la fine di ottobre.
Dal 2022 si potrebbe studiare nuovo strumento di flessibilità
L'obiettivo del Governo, infatti, consiste nel garantire alle casse erariali un risparmio pari a 600 milioni di euro nel 2020 fino a toccare un miliardo a regime. Tali risorse, infatti, potrebbero essere utilizzate per sostituire il meccanismo della Quota 100 nel 2021. Come affermato anche dal viceministro dell'Economia e delle Finanze Antonio Misiani, infatti, a partire dal 2022 si potrebbe studiare un nuovo modello di flessibilità diverso da Quota 100 che sia meno costoso e che garantisca maggiore equità.
Tra le proposte, non manca anche un modello di flessibilità in uscita simile all'Ape Sociale oltre al pensionamento anticipato a partire dai 64 anni di età anagrafica con l'assegno calcolato secondo il metodo contributivo. Inoltre, si studia l'uscita con Quota 92 a favore delle categorie più svantaggiate come disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali, i caregivers che assistono familiari con disabilità, gli addetti a mansioni particolarmente faticose e le persone con disabilità.
Sindacati contrari all'allungamento delle finestre di uscita
Tuttavia, i sindacati Cgil, Cisl e Uil come anche il ministro del lavoro Nunzia Catalfo si sarebbero dimostrati contrari sulla revisione delle finestra di uscita mentre per il segretario della Cisl Ignazio Ganga, infatti, occorrerebbe abbassare a 36 anni il requisito contributivo per le lavoratrici che vogliono optare per il pensionamento anticipato con il meccanismo della Quota 100.
Secondo quanto riporta "TgCom24", inoltre, ad oggi, le finestre d'uscita sono pari a 3 mesi per i dipendenti del settore privato e di 6 mesi per i dipendenti del pubblico impiego.
Con la nuova proposta, però, le finestre passerebbero rispettivamente a 6 e a 9 mesi. Quanto all'Ape Sociale e al regime sperimentale donna, invece, si studia un'ulteriore proroga anche per il biennio successivo.