Si prosegue con la discussione sulle sorti della misura sbandierata dalla Lega, ovvero la cosiddetta Quota 100 sulla quale sembra ormai data per certa la continuazione della sperimentazione fino alla scadenza fissata per il 2021. Anche il ministro dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri ha reso noto che dopo la fine della sperimentazione, la misura non verrà più prorogata. Intanto, il Governo giallo-rosso si sta concentrando sulle risorse da reperire per destinarle alle misure che saranno contenute nella nuova Legge di Bilancio e non mancano di certo le proposte sul futuro previdenziale dei giovani e delle donne.
Quota 100 svantaggia le donne
Come ormai tanti sanno, infatti, il meccanismo della quota 100 svantaggia le donne visto che spesso svolgono carriere discontinue e non riescono a raggiungere i requisiti richiesti dalla normativa. Per questo motivo, infatti, la rappresentante del Comitato Opzione Donna Orietta Armiliato avrebbe chiesto all'esecutivo un intervento mirato che possa loro garantire maggiore flessibilità in uscita: si tratta del riconoscimento dei lavori di cura sui quali si stanno battendo ormai da mesi anche le parti sociali. Tuttavia, la cosiddetta Quota 100 rosa, permetterebbe l'abbassamento del requisito contributivo di due anni rispetto all'attuale riforma previdenziale consentendo alle lavoratrici di anticipare l'uscita con 36 anni di anzianità contributiva.
Lo scopo della proposta della Armiliato, infatti, consiste nel ridare una maggiore equità fra gli uomini e le donne.
Per Damiano Quota 100 rosa è necessaria per eliminare le disparità
Con la Quota 100 rosa sembra essere d'accordo anche l'ex Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano che nella scorsa legislatura si è battuto per il riconoscimento del doppio Lavoro svolto dalle donne: "Nella scorsa legislatura insieme ai colleghi mi sono battuto per riconoscere un vantaggio previdenziale alle donne che come noto svolgono abitualmente doppio compito: lavoro e casalingo", ha sottolineato Damiano.
Per lo stesso parlamentare del Partito Democratico, le opportune modifiche potrebbero essere fatte anche all'attuale normativa visto che è stato deciso il prolungamento della sperimentazione fino a scadenza naturale. In tal caso, però, si potrà intervenire solo a partire dal 2021 nonostante il meccanismo della Lega discrimina non solo le donne ma anche i lavori faticosi e discontinui come gli operai edili.
Per il segretario confederale della Uil Domenico Proietti, invece, il pensionamento anticipato con 36 anni di contribuzione sarebbe una prima risposta ad un problema già noto da tempo e che eliminerebbe seppure parzialmente alcune penalizzazioni che le donne hanno riscontrato nell'attuale sistema previdenziale.