"Facciamo subito un'uscita morbida da quella misura e creiamo strumenti forti e strutturali di anticipo pensionistico per disoccupati, lavori gravosi, persone con disabilità", lo ha affermato il senatore del Partito Democratico Tommaso Nannicini dimostratosi contrariato dalla scelta dell'esecutivo giallo-rosso consistente nel lasciar proseguire la sperimentazione di Quota 100 fino alla scadenza prevista per il 2021.

Scalone di 5-6 anni per gli esclusi da Quota 100

Stando a quanto riporta il quotidiano "Il Corriere della Sera", infatti, senza un'armonizzazione, alla fine della sperimentazione della misura sbandierata dalla Lega, tutti i lavoratori che per via dell'età non sono riusciti ad accaparrarsi il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni di età anagrafica unitamente ai 38 anni di versamenti contributivi, andrà incontro ad un'innalzamento dei requisiti pensionistici di 5-6 anni. Tuttavia, con un aumento ulteriore dei requisiti si percepirà un assegno decisamente più alto.

Sempre stando a quanto scrive "Il Corriere della Sera", Quota 100 viene confermata per tutto il 2020 anche se avrà un futuro incerto: "Si tratta di una misura temporanea introdotta per sanare una ferita", ha spiegato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. D'altro canto, invece, Tommaso Nannicini continua a sostenere la possibilità di abolire la misura previdenziale introdotta dal precedente esecutivo giallo-verde visto che, a partire dal 2021 si potrebbero creare altri esodati: tutti i nati a dicembre andranno in pensione a 62 anni di età mentre i nati a gennaio potranno andare in quiescenza a 67 anni. Una vera follia, come spiega lo stesso Nannicini che andrebbe subito eliminata per evitare che chi farà la Legge di Stabilità 2021 gestisca ulteriori esodati creati dal meccanismo della Quota 100.

Confermati Opzione Donna e Ape Sociale

Il Viceministro dell'Economia Stefano Buffagni, invece, sostiene che la Quota 100 è una misura che funziona: "Crediamo sia necessario tenerla", ha spiegato. Intanto, sembra ormai data per certa la conferma del regime sperimentale donna che consente alle lavoratrici di anticipare l'uscita a partire dai 58 anni di età anagrafica (59 se autonome) unitamente ai 35 anni di anzianità contributiva anche si andrà incontro ad una decurtazione dell'assegno previdenziale pari al 30%.

Inoltre, il Movimento 5 Stelle punta anche alla resa strutturale dell'Ape Sociale che, invece, consente in un sussidio-ponte fino ad un massimo di 1.500 euro mensili a favore degli ultra 63enni con 20 anni di contribuzione. Nella Legge di Bilancio, potrebbe essere confermato anche il Fondo previdenziale integrativo che includerebbe la pensione di garanzia per i giovani.