Cambiano ancora le regole di fruizione del bonus da 600 euro garantito dalle casse professionale in favore degli iscritti colpiti dalle conseguenze dell'emergenza Coronavirus. Ad aggiungere un nuovo vincolo è il DL numero 23 pubblicato all’interno della Gazzetta Ufficiale l’8 aprile 2020, con il quale si esplicita che l’erogazione del bonus necessita dell’iscrizione alla cassa di riferimento in via esclusiva.

Nella pratica, la già complessa gestione dell’ammortizzatore sociale in capo alle casse diventa ancora più complicata, stante l’obbligo di verifica di una condizione che non risultava presente all’interno del decreto legge risalente allo scorso 28 marzo 2020. Va sottolineato che in queste ore le casse dei professionisti stanno già facendo grandi sforzi al fine di gestire una situazione emergenziale, verso la quale si sono organizzate in brevissimo tempo al fine di ricevere le richieste di assistenza in arrivo dagli iscritti.

Le casse dei professionisti si stanno consultando per capire come integrare le domande

Complessivamente, sono state già inviate all’incirca 500mila domande di accesso alla misura, ma al momento non è chiaro sapere quante tra queste risultano sprovviste del nuovo requisito in virtù di un possibile contratto di lavoro dipendente che ne inficia la richiesta.

Al momento le casse professionali si stanno confrontando al fine di comprendere in che modo procedere. Alcune stanno valutando di sospendere momentaneamente l’invio delle domande, in modo da modificare la modulistica così da implementare l’autocertificazione del nuovo criterio. Per gli altri che hanno già fatto domanda, una delle vie più probabili potrebbe essere quella della richiesta di un’integrazione.

Casse professionali e Inps verso l'incrocio dei dati per le verifiche sul Bonus da 600 euro

Per effettuare questa verifica in modo certo le casse devono avvalersi della collaborazione dell’Inps, così da escludere coloro che versano contributi da lavoro dipendente anche all’ente pubblico di previdenza. L’incrocio dei dati attraverso l’impiego dei database appare ovviamente l’opzione più sicura, ma rischia di dilatare ulteriormente i tempi dei pagamenti.

Per questo motivo l’opzione dell’autocertificazione sembra la soluzione più immediata. La verifica potrebbe infatti essere portata avanti in un secondo momento, partendo dalle dichiarazioni rilasciate dai beneficiari del bonus e proseguendo con i dati effettivamente contenuti all'interno degli archivi informatici delle diverse casse professionali di previdenza e assistenza.

Resta il fatto che l'intoppo burocratico è assolutamente indipendente dalla volontà delle casse, che hanno dimostrato di sapersi attivare in brevissimo tempo durante una fase cosi delicata e drammatica dell'emergenza sanitaria ed economica in corso.