Risultano al ribasso le domande di uscita con le Pensioni anticipate Inps nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020, ma l'effetto dell'emergenza sanitaria e il blocco dei tavoli della riforma potrebbero spingere ad una maggiore richiesta di quota 100, la formula in sperimentazione dall'inizio del 2019 che consente l'addio al lavoro a partire dai 62 anni di età.

A tal riguardo saranno da monitorare le domande delle nuove pensioni dei prossimi mesi, ma la situazione di incertezza probabilmente favorirà anche gli indecisi ad agganciarsi alla prima data utile per andare in pensione, purché abbiano carriere lavorative continue ed almeno 38 anni di contributi versati.

Non sarà così per tutti: le donne, infatti, continuano ad essere le più penalizzate per la maturazione dei requisiti necessari alle pensioni a quota 100.

Pensioni anticipate Inps: ultime novità di oggi su uscita quota 100

Ed è proprio per queste difficoltà che, da più parti, si chiede che si possano accelerare le pensioni Inps delle donne con la quota 100 mediante lo scomputo di un anno di contributi per ogni figlio avuto. Un'attenta analisi, in tal senso, è stata fatta dalla Fnp-Cisl Bergamo: nella provincia orobica si rilevano molti meno baby-pensionati nella fascia di età dai 50 ai 60 anni nei primi mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 e nella fascia dai 65 ai 69 anni (uomini -759, donne -1.458) mentre la fascia dai 60 ai 64 anni, complice anche l'aumento delle domande di quota 100, è l'unica a registrare un aumento, anche consistente, delle richieste di pensionamento.

Da questi dati emergono le previsioni per i prossimi mesi nella direzione di un'accelerata delle richieste di uscita: da adesso in avanti, secondo quanto riferisce Roberto Corona della Fnp-Cisl Bergamo, "molti lavoratori con i requisiti richiesti per la misura introdotta poco più di un anno fa, potrebbero valutare di andare in pensione anticipata, decisione che in altre circostanze non avrebbero preso in considerazione".

Pensioni donne: uscita anticipata a 62 anni con quota 100 ostacolata dai 38 di contributi Inps

Il dato più rilevante del primo trimestre 2020 delle pensioni anticipate Inps è l'aumento, per gli uomini, di 702 trattamenti previdenziali nell'età dai 60 ai 64 anni, dei quali gran parte è strutturato nella quota 100 (657 uscite).

Ma nella stessa fascia di età, la misura per le donne ha segnato un -45, testimonianza delle difficoltà per le lavoratrici di agganciare i 38 anni di contributi richiesti dalla misura.

Con i tavoli tra Governo e sindacati della riforma delle pensioni attualmente fermi per l'emergenza sanitaria, la Fnp-Cisl sottolinea le consuete criticità delle donne (dall'inizio della sperimentazione della misura ne hanno beneficiato il 30 per cento in meno rispetto agli uomini) soprattutto nel riuscire ad arrivare all'età dei 62 anni con carriere lavorative continue. "Servirebbero formule compensative per i requisiti di accesso alla pensione - conclude Corona - come quelli riguardanti gli scomputi di un anno di contributi per ogni figlio".

Pensioni: previsioni uscita a quota 100 nel 2020 ed emergenza sanitaria

L'effetto emergenza sanitaria sulle pensioni anticipate Inps e sulla quota 100, dunque, potrebbe segnare un cambio di tendenza rispetto alle previsioni che erano state fatte, già nel 2019, sui pensionamenti del 2020. Con il maggior peso del sistema contributivo sul 65 per cento delle pensioni - con perdite dell'assegno di pensione stimate nel 10 per cento dell'importo - nell'anno in corso si erano stimate oltre la metà delle uscite in meno con quota 100 rispetto al 2019 (potenzialmente, le domande di uscita avrebbero dovuto fermarsi tra le 50 e le 70 mila).

Al taglio del meccanismo contributivo va a sommarsi anche il cumulo dei redditi e l'impossibilità di continuare a svolgere la propria attività abituale fino al compimento dei 67 anni, ovvero alla maturazione della pensione di vecchiaia.

Lo stesso meccanismo di cumulo pensione/redditi da lavoro è stato il primo vincolo eliminato dall'emergenza sanitaria per i lavoratori della sanità, già andati in pensione con quota 100 ma richiamati temporaneamente in servizio negli ospedali maggiormente deficitari di personale medico.