Cominciano a farsi spazio le indiscrezioni su quello che sarà il contenuto del nuovo decreto del governo Conte. Un nuovo decreto per aiutare gli italiani in questa delicata fase di emergenza. Nelle ultime ore vanno registrate le dichiarazioni del Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo che ha spiegato a "Class Cnbc", l'indirizzo che il nuovo decreto del governo prenderà. Come riporta anche Repubblica, una delle misure che dovrebbe entrare nel decreto è il reddito di emergenza. Infatti, ci sono da aiutare molte più persone di quanto fatto con il decreto "Cura Italia".

La Catalfo ha confermato che per tutte queste persone dovrebbe arrivare il reddito di emergenza. Una misura finanziata con circa 3 miliardi e che si rivolgerà a circa 3 milioni di persone. E saranno salvaguardati anche i lavoratori in nero, oltre a badanti, colf e precari.

Per i lavoratori in nero basterà un'autodichiarazione?

La platea dei lavoratori in nero è senza dubbio una delle più penalizzate dall'emergenza e dalle misure già introdotte dal governo. Si tratta di lavoratori sommersi, che sono autentici fantasmi per lo Stato. Questo è un fenomeno molto diffuso in diversi settori lavorativi. Il problema è che questi lavoratori adesso hanno perso il loro posto di lavoro e si trovano in pratica, senza reddito.

Ecco perché si studia una misura che dia ossigeno anche a loro. La misura non dovrebbe essere un nuovo reddito di cittadinanza o una estensione di platea di quest'ultimo. Ne ha parlato anche il sottosegretario del Mef, Pier Paolo Baretta. Secondo l'esponente del Partito Democratico, il reddito di cittadinanza ha requisiti, paletti e vincoli troppo rigidi che mal si sposano con la situazione emergenziale che stiamo vivendo.

Ecco perché serve una misura che sia quanto più semplice possibile da richiedere e da percepire. Ed è così che Baretta sottolinea come, per richiederla, potrebbe bastare anche solo un'autocertificazione. In parole povere, il cittadino dovrebbe dichiarare di non avere lavoro, redditi, altri sostegni reddituali come la Naspi o il reddito di cittadinanza e di non essere rientrato nei bonus e nei provvedimenti del decreto Cura Italia.

Un'autocertificazione penalmente rilevante, perché per le false dichiarazioni il responsabile sarà proprio il dichiarante.

Nel decreto ancora più soldi

Secondo il Ministro Catalfo, nel prossimo decreto per le misure in aiuto a lavoratori e famiglie si stanzieranno circa 15 miliardi. Una cifra più alta rispetto al decreto Cura Italia, perché secondo il Ministro del Lavoro è più ampia la platea delle attività chiuse rispetto al 17 marzo quando il governo varò il Dpcm n°18/2020. Il governo, in pratica, sarebbe pronto a un potenziamento ed un ampliamento degli ammortizzatori sociali e delle persone a cui destinarli. Più misure destinate a chi ha subito molto l'effetto economico della pandemia.