Sarà perché le attività hanno riaperto e quindi, secondo il governo, lavorando si potrà uscire dalla crisi recuperando le perdite del lockdown. Oppure, sarà perché tramite l'Agenzia delle Entrate, presto si potrà richiedere il ristoro a fondo perduto delle perdite di fatturato. Fatto sta che per molti lavoratori autonomi, il bonus una tantum da 600 euro, la cui disposizione di pagamento sta arrivando in queste ore, sarà l'ultimo previsto per l'emergenza. Dopo la prima erogazione di aprile, relativa al mese di marzo, adesso commercianti e artigiani percepiranno 600 euro per il mese di aprile, e sarà l'ultimo bonus fruibile.

Commercianti e artigiani senza l'indennizzo di maggio

Il decreto Rilancio ha previsto il nuovo bonus da 600 euro per tutti gli artigiani e commercianti che la avevano già percepito con il decreto Cura Italia. Secondo le testimonianze di questi lavoratori, molte disposizioni di pagamento sono già arrivate. Nessuna nuova domanda è stata prevista perché il bonus è stato confermato in automatico. Dalla relazione del decreto Rilancio e dal testo dell'articolo 84 dello stesso decreto si legge però che il bonus 600 euro per aprile è l’unico indennizzo una tantum previsto per alcuni lavoratori autonomi, nonostante siano oggettivamente, tra quelli più colpiti dall’emergenza. Per artigiani e commercianti quindi, il bonus di 600 euro riconosciuto per il mese di aprile sarà l’ultima indennità di questo tipo, tra quelle riconosciute per l’emergenza da COVID-19.

Il ristoro a fondo perduto

In altri termini, il decreto Rilancio esclude questa categoria dalla possibilità di richiedere il bonus anche per il mese di maggio, che per altre categorie è previsto a condizione che si dimostri di avere una perdita di ricavi superiore al 33%. Nonostante le evidenze dimostrino che commercianti ed artigiani, chiusi per oltre due mesi, sono tra i lavoratori più colpiti dall’emergenza, il governo ha deciso di non estendere anche a maggio il bonus una tantum.

L’indennità una tantum di mille euro invece, sarà destinata a liberi professionisti titolari di partita IVA con iscrizione alla Gestione separata INPS e con la perdita di fatturato del 33% nel secondo bimestre 2020, rispetto allo stesso bimestre 2019.

Stessa possibilità di bonus una tantum per i collaboratori. Esclusi pertanto, tutti i lavoratori autonomi con iscrizione alle gestioni speciali AGO.

Una decisione che sarà molto contestata, dal momento che si tratta di lavoratori autonomi, che dopo aver subito il lockdown, adesso che sono stati riaperti, devono fare i conti con le gravi misure restrittive imposte per le riaperture, con l’inevitabile calo dei consumi e con la reazione dei clienti al ritorno alla normalità, che è tutt’altro che scontata. Per commercianti e artigiani quindi, il bonus una tantum viene sostituito dall’indennizzo a fondo perduto, il cosiddetto ristoro delle perdite. Uno strumento per cui occorrerà fare domanda all’Agenzia delle Entrate per poter percepire una percentuale della differenza di fatturato o corrispettivi, tra aprile 2019 ed aprile 2020. Una misura che consentirà a lavoratori autonomi con fatturato annuo fino a 400.000 euro (nel 2019), di percepire il 20% della differenza tra i due aprile, a quelli con fatturato fino ad un milione di euro, il 15% della stessa differenza ed a quelli fino a 5 milioni di euro, il 10%.