Per i 550 mila dipendenti della sanità e in particolare per gli Oss e gli infermieri il rinnovo del contratto 2019-2021 dovrebbe comportare un aumento medio di 174 euro mensili per 13 mensilità. Una cifra sicuramente maggiore dell’aumento dei 117 euro riconosciuti con il rinnovo del contratto per il comparto Funzioni centrali. A tal proposito le trattative tra Aran e sindacati stanno andando avanti, proprio perché entro marzo si dovrebbe raggiungere un accordo definitivo sul nuovo Contratto collettivo nazionale del lavoro.
Aumento di circa 174 euro per Oss e infermieri
Le risorse stanziate dal governo per gli aumenti degli stipendi sono pari a 1,7 miliardi di euro, che sono stati messi a bilancio anche dalle Manovre del 2020 e del 2021. Emergono però alcuni dubbi, per quanto riguarda il metodo utilizzato dall'Aran per il calcolo dei nuovi stipendi degli infermieri. Questi ultimi infatti potrebbero vedere in parte frustrate le loro aspettative. Sebbene si sia parlato di un “aumento medio di 102 euro mensili” moltiplicato per 13 mensilità, a cui andrebbero aggiunte altre indennità, c'è anche il rischio che in realtà l'aumento concreto per loro si fermerebbe a solo 67 euro di indennità per 13 mensilità.
Nuova indennità per gli OSS e infermieri
Dovrebbe infatti esser prevista una nuova indennità per gli OSS e gli infermieri, che si chiamerà “Indennità di Pronto Soccorso” e premierà mensilmente anche tali categorie.
La cifra stanziata sarebbe di 90 milioni di euro, ma tale questione è ancora oggetto di contrattazione del nuovo Contratto collettivo nazionale del lavoro (Ccnl).
Andrea Bottega segretario nazionale del NurSind ha invocato lo stanziamento di ulteriori 300 milioni rispetto ai 335 milioni già stanziati che dovrebbero finanziare l'indennità di specificità e soddisfare una platea di 270 mila infermieri.
Nuova area apicale del personale: i dettagli
Una delle novità al centro della discussione sarà anche il nuovo inquadramento professionale con la creazione di 5 aree e la nuova area apicale del personale di elevata qualificazione, per i quali sono stanziate delle nuove risorse nella Manovra 2022.
I sindacati sul punto hanno chiesto all'Aran di non vincolare l'accesso all'area del personale di elevata qualificazione al possesso della laurea, ma alla professionalità maturata negli ultimi 5 anni. Il titolo di studio quindi sarebbe messo in secondo piano. Quello che è certo è che si chiede un contratto idoneo a porre le basi per una nuova storia degli infermieri e dei professionisti sanitari italiani, che soprattutto durante la pandemia da Covid 19 hanno dovuto affrontare momenti difficili sotto ogni punto di vista.