Continuano serrate le indagini per individuare i due aggressori, ventenni e presumibilmente nordafricani, che hanno prima molestato e poi picchiato con calci e pugni una ragazzina di sedici anni sul treno Milano - Mortara facendola finire in ospedale con diversi traumi in tutto il corpo. Pare che uno dei due sia già stato identificato, mentre è ancora mistero sul movente: forse i due avevano pedinato la giovane con l'intento di stuprarla oppure l'episodio potrebbe essere stato una vendetta contro la ragazza, probabilmente per questioni legate alla droga.
L'unica verità è che per ora gli investigatori stanno lavorando celermente nonostante la confusione e le mezze verità raccontate dalla sedicenne, piuttosto restia a spiegare alcuni contorni poco chiari della faccenda. Per esempio, solo dopo tanta esitazione ha raccontato di aver avuto qualche contatto su Facebook con uno degli aggressori: uno scambio di messaggi privati e l'insistenza da parte del ragazzo di incontrarsi di persona, ma la sedicenne avrebbe sempre detto di no.
Le indagini e l'aggressione
La ragazzina, di 15 anni e mezzo e studentessa presso il liceo artistico di Brera, è attualmente ricoverata alla clinica De Marchi con una costola rotta ed è seguita dagli psicologi; agli inquirenti avrebbe anche raccontato che, il pomeriggio dell'aggressione, aveva avuto l'impressione di essere seguita già a Milano prima di prendere il treno per andare a Vigevano, dove abita con i genitori, durante il tragitto per raggiungere la stazione di Porta Genova.
Per questo, gli investigatori stanno visionando le immagini delle telecamere di quella stazione. Salita con un'amica sul treno, quest'ultima è poi scesa ad Abbiategrasso e, stando al racconto della giovane, non c'era nessun'altro a bordo della carrozza, quella riservata alle bici; improvvisamente sono comparsi da un altro vagone i due aggressori, ventenni, i quali hanno iniziato ad insultarla e palpeggiarla nelle parti intime.
Di fronte alle resistenze della ragazzina, i due l'hanno tempestata di calci e pugni procurandole diverse contusioni e fratture, ma alla stazione di Vigevano l'adolescente è riuscita a fuggire e a tornare a casa, senza però dire nulla ai genitori. Solo il giorno dopo, in preda a dolori e nausea, si è fatta accompagnare al pronto soccorso dalle amiche e lì è venuta a galla tutta la storia.
A ogni modo, ci sono ancora diversi dettagli poco chiari in tutto il racconto: ad esempio, sembra strano che il treno fosse deserto nel tardo pomeriggio ed inoltre Trenord ha fatto sapere, tramite una nota, che quel giorno il capotreno non ha ricevuto alcuna segnalazione di quanto stava accadendo in quell'ultimo vagone.