In questo periodo di nuovi mutamenti, siamo sempre alla solita vecchia storia: incentivi promessi e poi, a partire dall’1 gennaio del nuovo anno, nessuno sa nulla di certo. È questo lo scenario che in Italia si è ripetuto tante volte, e che riguarda gli incentivi auto 2013, che dovevano essere erogati fino a esaurimento fondi (per l’acquisto di auto elettriche, ibride, a metano e a Gpl, coinvolgendo tutta la categoria auto con emissioni di anidride carbonica fino a 120 g/km), e che oggi, si sono rivelati solo di poche decine di milioni di euro, messi a disposizione per lo più per le imprese che si accingono al “grande passo”.

Alla voce “Misure urgenti per la crescita del Paese”, nel decreto sviluppo per gli incentivi 3013-2015, era prevista l’applicazione della norma riguardante l’erogazione e le condizioni per la fruizione dei suddetti contributi. Questa norma, purtroppo, dopo essere stata rinviata una prima volta, non è stata firmata dal ministro dello sviluppo economico Corrado Passera entro il termine perentorio dell’11 ottobre scorso. Cos’è successo poi? Non essendo stato emanato alcun decreto ministeriale attuativo, la palla è passata al Governo Monti, che ha emendato la “legge di stabilità” modificando la “legge sviluppo” nel punto in cui stabiliva l'arco di tempo entro il quale sarebbero stati disponibili gli incentivi.

Insomma, nulla di fatto: tutto rimandato! Dove si afferma che “il contributo spetta per i veicoli acquistati e immatricolati tra il 1º gennaio 2013 e il 31 dicembre 2015”, è stato rivisto in: "il contributo spetta per i veicoli acquistati e immatricolati a partire dal trentesimo giorno successivo all'entrata in vigore del decreto attuativo e il 31 dicembre 2015".

Ovvero, tutto è stato posticipato a una data non ancora definita.

Infine, il Governo ha ridotto di 10 milioni di euro il fondo incentivi 2013 (arrivando a 40 milioni di euro disponibili) e, nei successivi 2014 e 2015, sono stati previsti solo 35 milioni, invece, dei 45 milioni di euro per ciascun anno. Ancora una volta l’Italia si conferma il paese delle occasioni mancate, sia per lo sviluppo che per l’ambiente.