A quanto pare ci sono "cascati" in tanti: si sono collegati al sito auto-prezzo.net per avere una valutazione della loro (o altrui) auto usata, hanno inserito i dati del veicolo (numero di targa, modello, chilometri percorsi) e due contatti (un numero di cellulare ed una mail), hanno ricevuto una valutazione a quanto pare poco attendibile, ma soprattutto hanno ricevuto una fattura di 59,50 euro.

Un prezzo probabilmente eccessivo per il servizio offerto, ma soprattutto non chiaramente visibile per l'utente.



Ma le “anomalie” del servizio di auto-prezzo.net non sono finite.

Innanzitutto, il sito non richiede i dati personali (né tanto meno l'autorizzazione al relativo trattamento come da normativa sulla privacy) di chi invia la richiesta di valutazione: si limita, infatti, ad inviare la fattura al proprietario del veicolo, il quale potrebbe essere un soggetto diverso dal richiedente ed ignaro di tutto.

In secondo luogo, la richiesta di valutazione è subordinata alla sola compilazione del form presente sulla homepage del sito, ma non anche al contestuale pagamento del prezzo (come normalmente accade nell'e-commerce), e neppure all'espressa accettazione dell'obbligo di pagamento.

Inoltre, le condizioni contrattuali prevedono un diritto di recesso un po' anomalo, in quanto esercitabile in soli 20 minuti (e chi ci ha provato sostiene di non essere, comunque, riuscito ad inviare la relativa mail).

Bisogna chiarire che per questo tipo di servizi online il diritto di recesso può essere escluso dalle parti (in genere quando il servizio è praticamente immediato), altrimenti la regola è che si possa esercitare entro 10 giorni lavorativi (domeniche e festivi esclusi!) dalla stipula del contratto.

Insomma, per tutti questi ed altri motivi il sito ha insospettito molte persone, ma soprattutto

l'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (meglio nota come Antitrust) che ha ricevuto tantissime segnalazioni ed ha aperto un'indagine per pratica commerciale scorretta.





Che fare allora? Pagare la fattura per non vedersi caricare i 15 euro indicati per “spese legali” di sollecito? Oppure attendere che l'Antitrust si pronunci sulla vicenda e nel frattempo cautelarsi inviando una lettera di contestazione?

Forse è meglio optare per la seconda soluzione e contestare la fattura inviando una mail al sito (la raccomandata negli Usa sarebbe decisamente troppo onerosa!).