Addio definitivo al libretto di circolazione auto. A breve, in tutta Italia arriverà il foglio unico di circolazione. Una svolta attesa nel nostro Paese da quasi due anni, quando il Governo Renzi iniziò la riforma della Pubblica Amministrazione. Una svolta che però, fra innumerevoli ritardi e molte marce indietro, si concretizzerà solo ora. L’arrivo del foglio unico di circolazione porterà con sé molte novità, tra cui anche un bel risparmio annuale per tutti gli automobilisti italiani.

Foglio unico di circolazione: le tempistiche

A riportare la clamorosa svolta in atto è un articolo odierno de Il Corriere della Sera.

Attualmente lo schema che contiene il nuovo foglio unico di circolazione è contenuto in un decreto messo a punto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In questi giorni il documento deve passare l’esame di due ministeri, quello della Pubblica Amministrazione e quello dell’Economia e delle Finanze. Se tutto andrà per il meglio, fra pochi giorni il decreto arriverà in Consiglio dei Ministri e si dovrà votare in fretta, dal momento che la data ultima per la riforma della Pubblica Amministrazione è stata fissata al 28 febbraio. Il foglio unico di circolazione potrà così entrare in vigore a partire dal 2018.

Quanto si risparmia col foglio unico

Dicevamo delle novità, che sono molte. Anzitutto il risparmio annuale, che per ogni automobilista sarà di 39 euro.

Per fare le pratiche di immatricolazione auto o per il passaggio di proprietà si pagheranno infatti 61 euro contro i 100 euro attuali, poiché i bolli auto non saranno più quattro bensì solo due. Non solo. Con il nuovo foglio unico di circolazione sarà tutto gestito direttamente dall’ACI, che si rivolgerà alla Motorizzazione Civile per richiedere tutti i dati.

Anche la tariffa fissata annualmente dal Ministero verrà ridotta: si passerà infatti da 37 a 30 euro. A questo punto sorge una domanda: lo Stato perderà dei soldi? Evidentemente sì - le prime stime parlano di 50 milioni di euro in meno all’anno - e per ovviare alla perdita i tecnici del governo stanno studiando alcune contromosse.

Da non dimenticare infatti che l’Unione Europea ci ha chiesto una correzione di bilancio pari a 3,4 miliardi di euro - circa lo 0,2% del nostro Prodotto Interno Lordo - e qualsiasi manovra dovrà essere attentamente vagliata prima di ricevere il via libera definitivo.