Fake News

Non lasciatevi ingannare dalle informazioni distorte che girano sul web. Seguite il canale Fake News per rimanere aggiornati su tutti i contenuti prodotti dal team di Blasting News Fact Check

Creato nel giugno 2020 per cercare nuovi modi per combattere la disinformazione online, Blasting News Fact Check pubblica una lista settimanale delle principali fake news che circolano sui social media di tutto il mondo, oltre ad analisi e interviste con esperti. Il nostro obiettivo è quello di contribuire alla costruzione di una società più informata e più forte, in cui le persone possano prendere decisioni basate su fatti verificabili.

I nostri follower sono invitati a inviare domande o affermazioni da sottoporre a fact-checking tramite il nostro indirizzo e-mail dedicato: factcheck@blastingnews.com o attraverso il nostro canale X/Twitter: @BNFactCheck.

1.Le fake news sono nate su internet?

Le notizie false esistono da quando l’uomo ha iniziato a comunicare. Tuttavia, la tecnologia ha aumentato il ritmo con cui si diffondono e il numero di persone che vengono raggiunte: nel 2016 le elezioni presidenziali degli Stati Uniti hanno mostrato in modo chiaro come le campagne di disinformazione sui social media guidate dalla Russia e dal suo presidente Vladimir Putin sono riuscite a spostare migliaia di voti e potenzialmente a condizionare i risultati.

2.Perché le fake news si chiamano anche bufale?

Il termine bufala appare nella lingua italiana attorno agli anni ’60, secondo quando scritto dal Grande Dizionario Italiano dell'Uso di Tullio De Mauro, per definire una “boiata, porcheria, cosa noiosa, fregatura”. L’uso del termine per definire una notizia falsa deriva dal parallelismo con l’anello messo sul naso alle bufale (e ai buoi) attraverso cui è possibile afferrarli e trascinarli con facilità. Per estensione, si è iniziato a definire “bufala” una persona stupida, che crede a qualunque cosa anche se falsa. Da qui il passaggio a sinonimo di falsità, menzogna.

3.Perché le fake news vengono spesso descritte come un virus?

Le fake news vengono spesso paragonate a un virus per il modo subdolo e silenzioso in cui si diffondono. Inoltre come un virus, le notizie false possono avere un impatto devastante su una comunità in un tempo relativamente breve. I social network e le app di messaggistica hanno reso ancora più veloce la loro diffusione.

4.Che cosa si intende con infodemia e che legame ha con le fake news?

L’infodemia (neologismo inglese composto da informazione ed epidemia) è la diffusione in eccesso di fake news, informazioni non verificate e non accurate che rendono quasi impossibile orientarsi e distinguere il vero dal falso e quale fonte è affidabile. Il rischio è molto alto nei momenti di crisi come quello che stiamo attraversando in questi mesi con il coronavirus. Spesso la disinformazione e il rumore creato sui social media e sui quotidiani online è più pericoloso della stessa pandemia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha già emanato diversi avvertimenti sui rischi legati all’infodemia causata dalla pandemia di coronavirus, mentre il MIT Technology Review ha parlato di “prima vera infodemia sui social media”. Nel 2003 in un articolo pubblicato dal Washington Post con il titolo When the Buzz Bites Back, David J. Rothkopf aveva definito in questo modo l’infodemia: “Circolazione eccessiva di informazioni contraddittorie. Spesso non vagliate con precisione, non verificate, che rendono difficile orientarsi su un determinato tema, argomento, scelta per la difficoltà di individuare fonti non solo affidabili, ma anche certe”.

5.Qual è la differenza tra fake news e teorie del complotto?

Una teoria del complotto o della cospirazione descrive un evento attraverso una serie di fatti che riconducono a un complotto che qualcuno (per esempio un governo o i servizi segreti di uno stato) sta cercando di nascondere. Queste teorie presentano sempre una verità alternativa a quella ufficiale. Nonostante non si possa escludere a priori la loro veridicità, nella maggior parte dei casi non sono sostenute da alcuna prova e possono essere definite teorie pseudoscientifiche. È possibile definire le teorie del complotto come un sottoinsieme o una tipologia di fake news.

6.Come si combattono le fake news?

Anche se non esiste un solo approccio o una sola strada per fermare la diffusione delle fake news e delle teorie del complotto, discutere, informare i cittadini e renderli consapevoli dell’importanza delle fonti che scelgono è da molti ritenuto l’approccio che sul lungo termine può aiutare a porre un limite alla loro diffusione. L’obiettivo di questo canale è dunque quello di aumentare la consapevolezza dei lettori sull’enorme diffusione di notizie false e non verificate in Italia e cercare di migliorare il dibattito intorno a uno dei temi più importanti per il futuro delle democrazie occidentali.

7.Cos’è il fact-checking?

Fare fact-checking significa verificare che le informazioni scritte in un articolo o pronunciate da un politico o da un personaggio pubblico siano basate su fatti e facciano riferimento a fonti credibili. Il fact-checking viene fatto dai fact-checker, debunker (coloro che “smascherano” le notizie false, gli “sbufalatori”) ed è fondamentale per difendere la democrazia e la qualità dell’informazione.

8.Quanto è diffusa la disinformazione in Italia?

In questo momento storico, l’Italia è un laboratorio ideale per studiare come si muove la disinformazione online. I media sono sempre più polarizzati, mentre i lettori - sostiene il Digital News Report 2019 del Reuters institute - hanno poca fiducia nell’informazione: solo il 40% ritiene che i media italiani siano credibili e obiettivi. Inoltre, l’Italia è anche il principale obiettivo di campagne di disinformazione su temi come immigrazione, vaccini e terrorismo. Centinaia di siti e pagine Facebook distribuiscono notizie false con il solo obiettivo di dividere e creare rabbia e confusione, spesso arrivando ad avere un traffico paragonabile a quello dei più importanti media italiani.

9.È vero che i governi diffondono fake news?

Alcuni governi, in particolare quello russo, diffondono da anni fake news in modo sistematico, con l’obiettivo di creare scontri e dividere l’opinione pubblica. È successo negli Stati Uniti nel corso delle elezioni presidenziali del 2016, in cui ha vinto Donald Trump; è successo nel corso delle elezioni Europee; sta avvenendo oggi durante la pandemia di coronavirus. Anche il governo cinese ha fatto lo stesso: l’account Twitter ufficiale del ministero degli Esteri cinese ha diffuso una fake news sul coronavirus, sostenendo che è stato creato in laboratorio dagli Stati Uniti, anche se a sostegno di questa affermazione non ci sono prove.

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