Ajeesh Binki e Valentine Jelastine? Due illustri sconosciuti, probabilmente non sapremmo neanche di quale nazionalità siano. Al contrario, invece, se dovessimo chiedere di Massimiliano La Torre e Salvatore Girone avremmo immediatamente la risposta esatta.

Sono i due sottufficiali fucilieri della Marina Italiana che hanno sparato, il 15 febbraio 2012 al largo delle coste dello stato indiano del Kerala, contro un peschereccio indiano uccidendo due persone. Quelle persone sono proprio Ajeesh Binki e Valentine Jelastine.

Senza voler entrare nella polemica instaurata fra Italia e India sulla rivendicazione della competenza giuridica della vicenda e tralasciando i maldestri comportamenti della diplomazia italiana, rimaniamo stupiti di come tutti i media nazionali ed internazionali, compresi quelli indiani, abbiano indugiato esclusivamente sullo scontro diplomatico e quindi patriottico delle due parti, senza soffermarsi per un attimo sulle due persone uccise.

Freddate volontariamente come sostengono gli indiani oppure no, come invece giurano i due marò.

Tutto questo dimostra semplicemente quanto poco valga la vita di una persona di fronte all'interesse nazionale. Qualcuno, invece di impuntarsi su un patriottismo becero ed inutile, avrebbe dovuto semplicemente chiedere scusa ed aiutare le famiglie dei due pescatori ricordandosi che la vita umana è sacra.

Invece si è voluto andare allo scontro senza tenere minimamente in considerazione la prima regola della diplomazia, e cioè, quella di partire da una posizione di vantaggio. Il 19 febbraio 2012 La Torre e Girone erano stati fermati e fatti scendere dalla Erica Lexie nel porto di Kochi, erano cioè in mani indiane.

Il ministro degli affari esteri Terzi, quello della giustizia Severino e il Capo del Governo Monti hanno deciso di giocare una partita fondata tutta sul patriottismo, di cui forse avevano bisogno per nascondere i reali problemi del Paese, dimenticandosi però delle parole di Oscar Wilde: "il patriottismo è la virtù dei perversi".