Maria Eva Duarte de Perón nacque il 7 maggio 1919 vicino  a Los Toldos, piccolo villaggio nella Pampa argentina. Era la minore di cinque figli illegittimi di un cuoco. Crebbe fra le chiacchiere del villaggio che non le perdonava le sue origini; per questo, a soli quindici anni, seguì il cantante di tango Magaldi a Buenos Aires.

Il suo sogno di ragazza era quello di diventare attrice, perciò cercò di conoscere le persone giuste che potessero introdurla nel mondo dello spettacolo: ottenne parti minori nella compagnia di Eva Franco, dimostrando poco talento; iniziò allora una carriera di annunciatrice e interprete radiofonica.

Le cose andarono meglio ed ebbe successo soprattutto con i radiodrammi. Interpretò alcuni film minori e riuscì con i guadagni a comprare un appartamento in un quartiere elegante della capitale.

Nel 1943 raggiunse la fama per le sue recite radiofoniche; l’anno seguente durante un festival, Eva ebbe l’incontro fatale, quello con Juan Domingo Peron, all’epoca sottosegretario al lavoro; l’anno successivo andarono a vivere insieme. Nel 1945 la coppia si sposò, Eva aveva realizzato il sogno di bambina: sposare un uomo famoso ed importante. Nel 1946, Peron fu eletto presidente dell’Argentina grazie anche all’opera della moglie in campagna elettorale.

Nell’estate del 1947 Evita fu inviata in Europa per un giro di rappresentanza.

Si recò in Spagna, in Italia (visitò Roma e Portofino), in Vaticano, in Francia, in Svizzera; ovunque impressionò per la sua bellezza e per la ricchezza dell’abbigliamento.

Dopo tre mesi Evita fece  un trionfale ritorno in Argentina dove fu accolta con entusiasmo dalla folla. Era una “star” e fu considerata l’ambasciatrice ufficiale dell’Argentina di successso.

Dopo solo un anno dall’elezione del marito a Presidente, Evita era già un mito.

Continuò l’azione politica curando particolarmente le questioni sociali a favore del ceto più povero; creò la Fondazione Eva Perón. Fece costruire case popolari, scuole, ospedali; era bravissima nella raccolta di importanti somme di denaro che distribuiva ai bisognosi.

Fu responsabile della sessione femminile del Partito Giustizialista e ottenne il diritto di voto per le donne (suffragio universale).

Era un’infaticabile lavoratrice, dormiva pochissimo, sempre intenta ad ascoltare i poveri. Evita controllava anche il sindacato più importante del paese, la C.G.T., le cui adunate oceaniche in piazza erano impressionanti. Vestiva sempre in modo elegante per  essere da esempio e spronare gli argentini umili a migliorarsi; nei discorsi pubblici esaltava sempre il Presidente per evitare di suscitare invidia.

Nel 1951 Peron fu rieletto Presidente, grazie all’azione politica della moglie. In quello stesso anno diagnosticarono ad Evita un tumore: necessitava di cure immediate che rifiutò per continuare a stare vicino alla gente povera.

Le sue condizioni di salute peggiorarono e fu costretta al ricovero in ospedale; sottoposta ad intervento chirurgico, non riuscì a sconfiggere il tumore che tornò a tormentarla.

Il 26 luglio 1952 morì all’età di 33 anni; la nazione argentina rimase fortemente colpita e costernata: la paladina dei bisognosi non c’era più. Una folla immensa partecipò ai funerali a Buenos Aires, dopo una lunga veglia funebre di due settimane. Il suo corpo giace nel cimitero della Recoleta a Buenos Aires.