Ormai la politica è il palcoscenico mediatico dove l'apparire conta più dell'essere.
Così l'aria scanzonata, bambocciona e volutamente casual di Renzi ha contribuito certamente ad accrescere quella popolarità e quel consenso, di gusto americano, che lo hanno portato a vincere le primarie e diventare segretario del PD, primo partito d'Italia.
Diciannovenne calcò la scena televisiva partecipando alla Ruota della Fortuna, per cinque puntate consecutive, portandosi a casa 48 milioni di lire, avendo così modo di saggiare la sua potenzialità telegenica.
Mister Grillo deve la sua fortuna ad un apparire eternamente trasandato, volendo apparire come l'uomo della porta accanto, con un interloquire aggressivo, accusatorio e urlante contro tutto e tutti.
Ora quello che manca a Forza Italia è un leader: giovane, elegante e accattivante.
A tal proposito i casting allestiti dalla Santanchè e da Dell'Utri non hanno suscitato particolari emozioni: più accettabili sono risultati i giovani presentati da Annagrazia Calabria.
Ma in questa schiera e sfilata di giovani manca la presenza magnetica e accattivante in grado di suscitare consensi e trascinare le folle.
Sicuramente Berlusconi ha perso un'occasione nel lontano 2010 quando Renzi si recò in visita ad Arcore per discutere di strategie di politica locale e amministrativa: non riusci a fiutarne la portata mediatica.
Il suo occhio consumato da Mediaset ha però ora un modello, dichiarato tra lo stupore dei presenti, pubblicamente, in una cena con i suoi fedelissimi ed è Beppe Civati.
"Questo Civati, avrebbe detto, è bravissimo mi piace come parla in tv ed ha degli occhi bellissimi. Funziona"
Dopo aver accarezzato per un momento Giovanni Toti, direttore del tg4 e di Studio Aperto, ora ha le idee molto chiare; l'identikit è tracciato: il candidato ideale è biondino con barbetta trasandata, accento nordico e linguaggio diretto e incisivo.
Il casting è aperto e il tempo stringe.