Se c'è un dramma ambientale che l'Italia tutta, e nonsoltanto la Campania, sta vivendo,si tratta sicuramente di quanto è accaduto nella cosiddetta Terra dei fuochi. L'impasto complessodi responsabilità camorristiche, politiche e imprenditoriali rende difficilenon soltanto chiarire cosa sia effettivamente successo, ma soprattuttodeterminare le strategie da mettere in campo per cercare, nei limiti delpossibile, di rimediare ai danni prodotti. La notizia di oggi riguarda da unlato la protesta dei comitati della terra dei fuochi contro Giorgio Napolitano e dall'altro leparole del Cardinale Sepe.

Campania, terra deifuochi: la protesta contro Napolitano

Stamattina un gruppo di circa dieci persone, appartenente aimovimenti e ai comitati legati alla protesta per la Terra dei fuochi, ha voluto portare la protesta per la situazionedella periferia napoletana fino alle porte di Villa Rosebery, dove solitamentetrascorre le vacanze natalizie GiorgioNapolitano.

Ci sono fiaccole e croci di legno, ma soprattutto le foto deibambini malati e morti di tumore. Uno degli striscioni dice: "Ecco perché non sei il nostro presidente mail nostro carnefice". L'attacco a GiorgioNapolitano rientra negli attacchi alla classe politica ritenuta colpevoledi non aver fatto nulla per evitare il disastro ambientale della Terra dei fuochi.

Quello che rifaccianoi manifestanti a Giorgio Napolitano è di non essere andato a vedere di personee a far sentire la sua presenza nei territori della provincia napoletana.

Campania, terra deifuochi: le parole del Cardinale Sepe

Giorgio Napolitanoproprio due giorni fa aveva fatto arrivare un suo messaggio a don Patriciello,parroco di Caivano in prima linea per la Terra dei fuochi.

A quella suamissiva, avevano fatto eco il CardinaleSepe e i vescovi del napoletano che avevano sottolineato come la situazionesia drammatica soprattutto per l'incidenza tumorale nella zona e che lapolitica tutta dovrebbe fare di più molto di più, e non soltanto bonifiche epulizie del territorio, ma anche interventi strutturali per rimettere in piedil'economia agricola dell'area.

Intanto, il movimento che si costituisce sottoil motto "Stop Biocido" promette diritornare in campo.

Campania, terra deifuochi: il dolore e la rabbia della gente

E chi vive nelle terre tra Napoli e Caserta vive il dolore di aver vistola distruzione della propria terra, quella che gli antichi romani chiamavano"Campania Felix", proprio a sottolinearne la fertilità e la produttività delsuolo. E che ora si chiama Terra deifuochi. Un dramma accresciuto dal numero di tumori che colpisce l'area eche, al di là di statistiche che comunque lo confermano, risulta l'effetto piùdoloroso e devastante. La sfilata di fotografie di bambini malati e morti ditumore dovrebbero rimanere a perenne monito per tutta la classe politica eimprenditoriale. Perché la questione della Terradei fuochi, così come oramai si sostiene da più parti, è un impasto di cattiva imprenditoria, malapolitica e sistemacamorristico.