La nascita di questo limite avviene nel lontano 2007 quando, l'allora Governo Prodi, introdusse il 21/11/2007 il decreto n.231, recante l'attuazione della direttiva 2005/60/CE concernente la prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo.

Il decreto denominato "Limitazioni all'uso del contante e dei titoli al portatore" ha introdotto numerose novità in materia finanziaria e bancaria che adesso andremo a vedere nel dettaglio:

- innanzitutto introduce il concetto di "adeguata verifica", che analizzeremo in un articolo dedicato;

- fissa al 29/12/2007 il termine entro il quale estinguere i libretti di deposito al portatore o ridurne il saldo entro la somma di Euro 4999,99;

- gli assegni bancari e postali emessi per importi superiori a 5.000 euro devono recare l'indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità;

- vieta il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, quando il valore in oggetto di trasferimento è complessivamente pari o superiore a 5.000 euro.

Il trasferimento è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati. Il trasferimento può tuttavia essere eseguito per il tramite di banche, istituti di moneta elettronica e Poste Italiane Spa.

Questa è la sintesi del testo del decreto originale che è stato modificato ben due volte nel corso dell'anno 2011 quando, il 13 agosto il limite è stato portato a 2.500 euro e il 06 dicembre quando è stato abbassato definitivamente fino agli attuali 1.000 euro.

L'obiettivo principale del legislatore è quello di limitare le attività di terrorismo e riciclaggio e cercare di individuare gli evasori fiscali e, per fare ciò, deve portare la popolazione a ridurre l'utilizzo del contante che è meno controllabile di altri strumenti di pagamento come i bonifici o le carte di credito e bancomat, con l'obiettivo finale

La legge quindi non vieta, come crede la maggior parte della gente, di prelevare 1.000 euro presso gli sportelli bancari o postali ma vieta il trasferimento tra privati di somme uguali o superiori a quella cifra.

Ciò significa che non è più possibile effettuare e ricevere pagamenti in contanti superiori a 1.000 Euro, se non tramite gli intermediari abilitati cioè le banche e uffici postali.

Va però anche precisato che ogni movimento di contante, a prescindere dall'importo, genera una registrazione interna all'istituto che non comporta nessuna conseguenza se, la movimentazione di contante effettuata da un cliente, è in linea col proprio profilo che è alla base dell'antiriciclaggio.

Il pensionato o il dipendente che preleva in un mese 1.200 Euro al mese non deve temere di ricevere un'accertamento fiscale perché queste non sono cifre tali da far pensare che, dietro alla movimentazione di contante, vi sia un'attività illecita o di riciclaggio. Chiaramente, se la stessa persona, preleva una somma considerevole, come ad esempio, 5.000 Euro, in un'unica soluzione spicca perché questa cifra difficilmente può essere giustificata adducendo a spese personali o di casa varie.

Anche in un caso forse non ci saranno conseguenze, perché l'autorità che si occupa dei controlli, valuta la posizione generale del cliente e non il singolo movimento. Probabilmente danno più nell'occhio quelle persone che effettuano più movimenti vicini alla soglia dettata dal decreto 231 pensando che, non superando il limite imposto, non possano mai essere controllati.

Pertanto, se, non fate parte di nessuna delle sopra citate categorie, andate pure tranquillamente a prelevare il contante di cui avete bisogno, anche se sono più di 1.000 Euro, e non abbiate paura perché non succede assolutamente nulla, non chiedete al cassiere 999 euro che probabilmente date più nell'occhio.