È recente il caso discusso sui giornali di scuole sporche o che sono state chiuse perché nessuno fa le pulizie all'interno degli edifici scolastici. Pasti lasciati in mensa a imputridire, polvere sui pavimenti, banchi, mensole e armadietti, sono alcuni esempi dell'emergenza pulizia nelle scuole a seguito dei tagli nel budget per appaltare alle ditte esterne il servizio. La riduzione economica negli ultimi tre anni è di oltre 200mln di euro e l'attuale tendenza pone un altro razionamento economico nell'esternalizzazione dei servizi di pulizia e ausiliari presso le scuole.

La spending review prevede per i prossimi due anni una decurtazione di altri 250mln di euro e ciò vuole dire ancora pochi mezzi con l'aggravio che le risorse saranno assegnate non più sulla base della grandezza degli istituti scolastici, ma tenendo conto dello stipendio percepibile dai "posti accantonati" sostituiti dagli appalti esterni per la pulizia. Un altro fattore preoccupante sono gli appalti non andati a buon fine e altri sospesi che rallentano l'espletazione del servizio di pulizia presso i vari complessi scolastici.

Il Miur segnala ai presidi come comunicare le difficoltà e le varie anomalie del servizio, mentre dal punto di vista dei lavoratori coinvolti, lavoreranno meno ore, con minore stipendio e nessuna retribuzione in estate.

I sindacati sono preoccupati su come mantenere aperte e pulite le scuole, ma l'approccio potrebbe essere slegato dal contesto economico che viviamo. Per troppo tempo abbiamo appaltato tutto, aziende esterne che fanno ciò che non si riesce a internalizzare tra cui le mansioni più scomode e "degradanti". Con questo metodo abbiamo deresponsabilizzato chi vive i luoghi di lavoro, frammentato le mansioni, permesso che certe faccende fossero trattate superficialmente e in modo costoso, perpetuando la percezione che si poteva consumare senza "riassettare" il luogo in cui si è ospitati.

Oggi ci vuole una nuova visione d'uso degli spazi comuni, un fare integrale di ordine, disciplina, accesso ordinato e responsabile, programmi di partecipazione collettiva nella gestione dei locali scolastici, uffici e mense tali da procurare interessanti arricchimenti di mansioni che rendano le persone più orgogliose di lavorare presso una struttura.

È il tempo di immaginare diversi modi di essere responsabili del bene comune, anche gli alunni possono essere interessati in quest'approccio allargato onnicomprensivo della gestione degli istituti scolastici. Anche così si allenano le nuove generazioni a prendersi in carico la gestione degli impegni di studio e lavoro con l'opportunità di divenire in futuro cittadini più completi e responsabili.

Oggi non è più utile la discussione di esternalizzare o mantenere interno un servizio, ma offrire attività eccellenti, puntuali, rispettose degli ambienti e offerti da personale preparato, disponibile, completo ed efficiente, capace di apprendere nuove mansioni in fretta e con una predisposizione al servizio etico e responsabile.

I soldi sono un problema per chi vede solo in essi la remunerazione voluta, ma c'è anche altro e scoprirlo e applicarlo aiuterà le giovani generazioni a lavorare con più fiducia nei propri mezzi e con spirito collettivo più forte e coeso. Si può partire dalle scuole, adottando corretti programmi di "apprendimento servizievole" da parte d'insegnanti e alunni scelti per compiere il salto qualitativo nell'avvicinare la pratica del lavoro responsabile ai giovani.