Sembra impossibile che nel XXI secolo si verifichino nuovamente gesti di razzismo, violenza verbale e psicologica. Ancora non si riesce a capire come, nel 2014, vi siano questi gesti di totale ignoranza.

Viviamo in una comunità che, grazie al web, sta aumentando sempre più la connessione tra persone con molteplici diversità. Ciò nonostante, nel bel mezzo di una partita, si riesce ad assistere ad un avvenimento più POVERO che raro: una banana lanciata in campo, al brasiliano Dani Alves. Ragazzi, bambini, adulti? Chi è stato? Poco importa. Ciò che davvero conta è la reazione a questi ignobili gesti.

C'è chi, per fortuna, riesce ancora a riderci su ed a mordere quella banana. Quale gesto migliore se non la risposta matura del calciatore? L'affiancamento di esponenti politici e calcistici. E' vero, non c'è da sorridere per la situazione che sta passando ora l'Italia; sapere, però, che le persone più in alto in termini di presenza, sposino cause simili, non può che rendere la gente ancora speranzosa.

Spopola su Twitter l'hastag #somostodosmacacos, in italiano "siamo tutti scimmie", nato per far sentire la voce di chi non ne può più di queste manie razziste. Alves sostiene che l'unico modo per superare queste cattiverie risiede nella comicità. Prendere queste parole con il giusto peso, per il basso valore che esse hanno e infine farci una bella risata sopra.

Ridere per non piangere. Si, perchè purtroppo c'è chi di fronte a questi gesti non riesce a reagire con la dovuta calma e scatena l'inferno. Da una parte sarebbe più che giustificato ma, si sa, la giustizia privata non è contemplata in un mondo per bene. E nemmeno il razzismo.