I nati negli anni '50, cresciuti agli albori della Tv,con i film di Sergio Leone ed ora presenti sulla rete, con una capacità dirigenerare il presente.

Chi nato in piccoli centri, chi in città (a volte ”piccola città -bastardo posto”,diceva Guccini- con un poco che sembrava immenso). Vissuti nella continua lottatra il crocifisso e la falce ed il martello, costretti o, abituati, a discuteree dissertare su movimenti politici e filosofici.

Negli anni '70 vestiticon Eskimo, con giacche nere foderate dirosso, con i loden, partecipavano adassemblee, occupazioni, concerti, festival, muniti di sacchi a pelo e poco più.

L’autostop era ilmodo classico di viaggiare. Il mito costituito dall'auto che si ferma e siparte verso l'ignoto, vagavano cercando l'evento o ilraduno organizzato dove incontrare altri giovani di altre realtà.

Capelli lunghi ed un futuro diventato presente, letture ci portate “dentro”, cultura delmovimentismo.

Poi vennero tante cose, l'effimero, la rete, la SiliconValley, la Borsa con gli yuppies, tutti atteggiamenti distruttivi della comunionecreata in virtù di un epicureismo solitario.

Per quei giovani sembrava tutto finito, parevano ai più una sortadi mummie viventi testimoni del passato che non torna, privati dellacomunicazione di massa e attorniati da Colpo Grosso, Televisione pruriginosapoco didattica.

Da questi fenomenisociali si son generati il craxismo, ilberlusconismo ed ora il renzismo, terapie senza discussione,”il leader ha detto e tuttizitti”.

Appartengo a quei giovani, il nostro compito è uno ed unosolo, riportare la cultura nelle discussioni, portare il dibattito e lariflessione tra i giovani affinchè riprendano in mano il loro futuro,razionalizzando la solitudine per cercare l'incontro.

Il grande Camusdescrisse la peste come aggregante necessario per superare l'individualismo, ilmale assoluto diventa stimolo a vivere, creare e sognare Il futuro insieme.Indubbiamente oggi assistiamo ad uno sviare continuo dell'attenzione, nellaproposta politica, nella pubblicità invasiva di prodotti che dipingono l'essereumano come l'extraterrestre che scopre la Terra.

Fanno intravedere panacee che guariscono tutti imali. In una visionaria Azzurro Paolo Conte richiamava questo pensiero"neanche un prete per chiacchierar", ed ora noi, NOI; vogliamo poterdare e dire, non accettiamo l'idea di rottamazione, ci siamo e ci saremo.