Il raggelante report della Caritas racconta d'una povertà italiana sconvolgente. Il numero degli impossibilitati all'auto-sostentamento raggiunge nel Belpaese i 4,8 milioni di individui. La definizione di povertà assoluta - che ne definisce la condizione - sembra però conseguire un puro rilievo tecnico, presso le Istituzioni di Governo. In fondo, essa è denominazione dalle sonorità arcaiche, eppure di malefica tigna, capace di radicarsi nei pianciti di miriadi di dimore, dimenticate dai servizi, distanti dai diritti, inseguite da creditori. Povertà assoluta come potenza ctonia, nella sua densificazione letale per milioni di famiglie e innumerevoli attività spirate.
La cronaca massmediale ne inquadra costantemente il profilo ma tale lapidatio informazionale non raggiunge appieno le coscienze dei decisori pubblici, attese peraltro certe loro immodificabili tendenze predatorie.
L'ipotesi della misura di reddito d'inclusione sociale sembrava aver trovato di recente promuovibilità normativa; le priorità dell'azione governativa però non sono apparse aderenti all'emergenza. Come se tali volontà decisionali non sapessero come o non possedessero il quanto di energia culturale e amministrativa, sufficiente a eseguire misure di contrasto a un flagello sociale immane.
Al contempo, lo Stato agisce un'esazione fiscale per il 2014 - relativa alle voci Imu e Tasi - pari a circa 25 miliardi di euro, con un prelievo che ha incrementato le imposte sulla casa del 200% nell'ultimo triennio, causando un crollo del settore edilizio e la perdita di 800 mila posti di lavoro.
Il quesito tematico rivolto alle istituzioni governative dunque, non potrebbe che essere: cosa s'accresce del 200% nell'economia reale, in un triennio? Anche nel felice caso di reperimento d'una miniera diamantifera in ogni cantiere edile, l'utile non ne raggiungerebbe mai la soglia.
A fronte di tale situation-tragedy, agitata dall'immobilismo attivo della politica istituzionale, il cittadino distratto dalle proprie ambasce osserva i medesimi attori - che della politica pronunciano il verbo - conseguire, oltre al legittimo stipendio, lauti rimborsi forfettari per i quali non è obbligatorio esibire giustificativi formali a rendiconto, costituendo dunque utili non tassati.
Ad abundantiam, a fine legislatura, gli stessi conservano il diritto a un assegno di reinserimento, computabile in 45 mila euro per ogni legislatura compiuta, anch'esso non tassato. Il quesito tematico sarebbe: quale barman potrebbe servire un caffè al banco, esimendosi con intemerata nonchalance dal produrre lo scontrino?
Dunque, il quesito tematico: vi è sufficiente consapevolezza di tali iniquità?
Il patto sociale, che pacifica e rende funzionale la civile convivenza, preserva l'Uno dalla prevaricazione dell'Altro, stabilendo una pariteticità di status fra i Molti, fermo restando alcune incancellabili differenze, tra i Tanti. Ma se il legislatore si sottrae al dovere fiscale e preserva il Leviatano nella sua azione di coercizione esattiva presso la comune utenza, vi è dunque qualcosa da mutare nell'assetto generale o si concretizzerà il rischio di veder disconoscere virulentemente, e sin dal fondo, la legittimità dell'intero schema.