In Italia, all'epoca delle Brigate rosse, si discusse molto, a livello di stampa e televisione, sull'opportunità di diffondere i proclami dei brigatisti e persino di darne o meno notizia; e, dopo un primo momento di confusione, si arrivò alla condivisione di un metodo in base al quale si dava la notizia ma non si diffondevano i testi, o se ne dava soltanto un resoconto succinto. Ora, con lo sviluppo di internet, dei social media e di tutti i sistemi di comunicazione diretta, e trovandosi a livello internazionale, un dibattito del genere sarebbe molto più difficile e, soprattutto, potrebbe non essere materialmente praticabile, anche se sappiamo bene dei limiti posti, ad esempio dalla Cina, a internet e ai social media.

Come, del resto, abbiamo saputo che i Governi utilizzavano, e continuano ad utilizzare ancora ampiamente, per ragioni di sicurezza, sistemi di ascolto delle conversazioni telefoniche e di monitoraggio dei traffici internet, con il supporto, più o meno volenteroso, dei grandi gestori delle reti. Allora sarebbe il caso di porsi il problema se impedire ai fondamentalisti islamici di diffondere i loro proclami insurrezionalistici e i loro video propagandistici, senza per questo limitare la debita informazione del pubblico, ma evitando di dare risalto alle loro infami gesta e supporto alle loro campagne di proselitismo e reclutamento.

E, una volta postosi il problema, bisognerebbe verificare se e come applicare questa "censura" costruendo intorno ad essa una convergenza politica internazionale.

Purtroppo sappiamo che esistono tanti Stati cosiddetti canaglia che, presumibilmente, potrebbero essere restii a partecipare ad un simile oscuramento. Ma sappiamo anche che, pur essendo le reti della comunicazione teoricamente democratiche, hanno dei nodi e degli assi non certo controllati da costoro. Il pensiero moderno e l'atteggiamento liberale delle società occidentali è improntato alla massima volterriana secondo la quale, per quanto odiose siano le idee, sia sempre da rispettare e proteggere la libertà di ciascuno di esprimerle.

Tuttavia, malgrado questo assioma sia largamente condiviso, almeno a parole, alcune idee sono pur state messe all'indice ed è stato vietato esprimerle. Allora sarebbe forse il caso di porsi il problema anche riguardo alle idee del fondamentalismo che, per quanto riferite all'Islam, sembrano essere, anche a detta dei cultori della materia e da altri "veri credenti", decisamente aberranti, sia per come vengono proposte sia, soprattutto, per come vengono suffragate, uccidendo singoli innocenti e perseguitando intere etnie.

Sappiamo bene che il terrorismo è un tema delicato, anche perché in diversi tempi e circostanze, è stato praticato da popoli e da Stati - e, in vari modi, viene praticato tuttora - però è giunta forse l'ora che, come altre forme di guerra o come alcune armi, sia messo definitivamente al bando; per quanto difficile, anche questo è un percorso che dovrebbe essere intrapreso.