"Torni a bordo...c***o!": chi non ricorda le parole del 'simbolo positivo' del naufragio della Costa Concordia. Sono quelle pronunciate dal comandante Gregorio De Falco, la notte tra il 13 ed il 14 gennaio del 2012 quando la Costa Concordia, inclinata su un fianco, stava già per affondare. Un ordine perentorio rivolto ad un altro comandante quel Francesco Schettino autore, in un modo o in un altro, di un 'inchino' di troppo. De Falco e Schettino: due uomini, due destini incrociati in una notte drammatica. Due destini che già all'indomani della tragedia dell'Isola del Giglio presero vie differenti, nonostante qualche fugace incrocio in tribunale.

'Il destino mischia le carte... l'uomo gioca la partita', diceva un tale di nome Victor Hugo, e così a distanza di un paio d'anni da quella sciagura, il destino le sue carte le ha mescolate servendo un bel full per Schettino, che sale in cattedra alla Sapienza, e una coppietta ridicola per De Falco che ora rischia di essere rimosso da suo incarico.

Si sa, la popolarità in Italia se arriva, in qualunque modo, poi è difficile scrollarsela di dosso. Insomma siamo un Paese dove si santificano i briganti e si castigano i santi. Così Schettino si ritrova a parlare dinnanzi ad un auditorium universitario affollato, tenendo banco e insegnando come gestire il panico, sulla sponda opposta, così come quella sciagurata notte, Gregorio De Falco da fine settembre dovrà lasciare il comando del servizio operativo per assumere un incarico in un ufficio amministrativo.

Una retrocessione nella carriera del comandante 'buono'.  

"Mi fa riflettere sulla circostanza che questo Paese è storto - ha detto De Falco amareggiato - e privo di riferimenti corretti: sono amareggiato e sto riflettendo su molte cose, comprese le stellette che porto addosso". Peccato, l'Italia ha perso un'altra opportunità per crescere.

Gli italici amanti delle fiction sono stati tanto bravi da trasformare una sciagura, come il naufragio della Costa Concordia,  in una soap opera alla quale appassionarsi. Un po' come quelle trasmesse durante le prime serate, solo che i morti sono finti a differenza di quelli  dell'Isola del Giglio. Pazienza, siamo un popolo di santi bevitori, a volte però sarebbe meglio staccarsi dalla bottiglia di rum per tracannare da quella del buon senso.

Il destino mischia le carte, si diceva, viene però da chiedersi: 'Ma non è che il fato è diventato un baro professionista?'. Forse no, è proprio questa l'Italia bellezza... e c'è poco da fare.