Il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge è un frutto della civiltà occidentale e, in base ad esso, nessuno può accettare che vi siano cittadini più eguali degli altri. Tuttavia la nostra legge costituzionale, disponendo di trattare allo stesso modo tutti coloro che si trovino in una medesima condizione, richiede che siano trattati differentemente quanti si trovino in una condizione diversa. Ciò vuol dire anche che possiamo non equiparare al normale cittadino quanti, a vario titolo, rappresentino le istituzioni. Perciò, a parte il fatto che per i reati ministeriali e per l'attentato alla costituzione, ci sono speciali disposizioni, riguardo al giudice competente e alle procedure applicabili, sembra fuori posto, di là da ogni pretesa di obbligatorietà dell'azione penale, l'attivismo di tanti pubblici accusatori che, o per tragici eventi di attualità, o per oscure vicende del passato, avviano azioni penali dall'esito molto incerto, se non per la notorietà del pubblico accusatore di turno.
Purtroppo viviamo da troppo tempo una realtà sociale e politica in cui l'azione penale, anche per il ripiegamento su se stessi dei poteri dello Stato, tra cui non si trova la magistratura, ha assunto una dimensione pervasiva nell'ambito della quale taluni protagonisti hanno preteso processare la storia - che può anche essere una storia buia, ma sempre storia è - del nostro Paese e i suoi protagonisti dell'epoca.
Così è stato preteso processare gli scienziati componenti la commissione grandi rischi per non aver previsto, o meglio informato correttamente le popolazioni de L'Aquila, del prossimo arrivo di un Terremoto catastrofico; la cui possibilità era, notoriamente, insita nelle caratteristiche di quel territorio, come del resto lo è di gran parte del territorio della nostra penisola, ma i cui tempi erano assolutamente imponderabili.
Allo stesso modo è avvenuto - e avverrà - per le ricorrenti alluvioni, più o meno devastanti, in qualche parte del nostro Paese, senza tener conto della confusa congerie delle competenze che rendono un fenomeno naturale non prevenibile, sebbene lo si sappia possibile, probabile, persino certo, per varie ragioni, tra cui quella che possiamo prevedere gli eventi futuri soltanto basandoci su quelli passati, ma gli eventi reali possono essere ben diversi da quanto ci attendevamo.
Quindi, riflettiamo se la inconcludenza della pubblica amministrazione non sia legata proprio alla pervasività dell'azione penale, con il suo carico di sospetti e di rischi per burocrati e pubblici amministratori; infatti, ad esempio, se i lavori decisi, finanziati, appaltati sul Bisagno non sono stati realizzati, si dovrebbe, secondo le cronache giornalistiche, al lento svolgimento di una vicenda giudiziaria per la quale è stata correttamente applicata la legge, ma nella sovrana indifferenza dei tempi e delle persone.