I social network? Non sono attendibili per conoscere il reale comportamento umano. Social media come Twitter o Facebook, infatti, travisano il mondo reale perché usano informazioni distorte. Secondo i ricercatori della McGill University di Montreal e della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, i social media sono spesso colpevoli della cosiddetta "polarizzazione della popolazione". E questo perché ampi settori della società non sono rappresentati dai siti. "Molti di questi documenti sono utilizzati per informare e motivare le decisioni e gli investimenti tra il pubblico ed il settore industriale e quello del governo", afferma Derek Ruths, un assistente professore presso la School of Computer Science della McGill.
"Le persone vogliono dire qualcosa riguardo quello che sta accadendo nel mondo ed i social media sono un modo rapido per attingervi".
Dopo l'esplosione della bomba durante la maratona di Boston nel 2013, per esempio, i ricercatori hanno raccolto 25 milioni di tweets relativi all'evento in appena due settimane. Grazie a questi si è ottenuto "il comportamento di milioni di persone - gratis", dichiara ancora Ruths. Lo studio rileva che Pinterest, per esempio, è in gran parte utilizzato dalle donne, di età compresa tra i 25 ed i 34 anni, mentre Instagram è principalmente una piattaforma per le persone di età tra i 18 e i 29 anni, le persone di colore e donne nei contesti urbani. La progettazione delle diverse piattaforme, insomma, si può delineare a seconda del comportamento delle persone che andranno ad utilizzarlo.
Una piccola curiosità: pare che su Facebook sia più semplice trovare manifestazioni di disappunto o antipatie, rispetto ai famigerati "Mi piace". E proprio come il linguaggio può influenzare il significato della comunicazione, il layout di un sito web è in grado esso stesso di alterare il modo in cui le persone rispondono ai messaggi.
Facebook, per esempio, non dispone del pulsante "Non mi piace", rendendo l'interpretazione del "Mi piace" di fatto più difficile.
Profili falsi, spam ed altri "falsi utenti" presenti sui siti di Social media sono incorporati nelle analisi sociali, deteriorando ulteriormente la precisione dei dati raccolti online. Anche la determinazione dell'affiliazione politica degli utenti si è dimostrata impegnativa, con appena il 65 per cento di precisione.
Molti di questi problemi trovano soluzioni in altri settori quali l'epidemiologia, la statistica e l'apprendimento automatico. "Il filo conduttore in tutti questi temi è la necessità per i ricercatori di essere più acutamente consapevoli di quello che stanno realmente analizzando quando si lavora con i dati dei Social media", conclude Ruths.