Quello che noi conosciamo come Stato Islamico non è altro che una gigantesca organizzazione terroristica, attiva già nel 2004 e affiliata inizialmente ad Al-Qaeda, salvo per poi prenderne completamente le distanze nell'ultimo anno, quando di fatto è diventata di colpo l'avversario più temibile. Ma c'è sicuramente una buona ragione per avere paura di questa nuova realtà del terrore, ed è senza dubbio il potere che questa esercita su un'area alquanto vasta pari a circa 1/3 della Siria più quasi la metà dell'intera superficie dell'Iraq. Un'area, quella occupata dall'Isis oltre 5 volte più grande di Israele che si estende, per esempio, quanto tutto il Mezzogiorno.

E le forze armate degli Stati che de facto hanno giurisdizione sui territori occupati, ovvero Siria, Libia e Iraq, non hanno più alcuna autorità su quelle zone. Non ci sono, non esistono. Ognuno dei tre Paesi citati ha vissuto e sta vivendo situazioni drammatiche di instabilità e queste situazioni hanno portato al caos più totale, dove perfino le missioni di pace portate avanti dagli stati occidentali non hanno avuto il benchè minimo ruolo risanatore.

Zone comunque non povere, quelle là. Si pensi al petrolio. Si pensi alle recenti rivelazioni di alcuni quotidiani che hanno rivelato come l'Isis venda petrolio anche in Europa, a prezzi in ribasso. E i ricavi di questo "contrabbando", che non si limita solo al petrolio, sono di circa 3 milioni di Euro al giorno, denaro che lo Stato Islamico impiega comprando armi e mezzi di movimento [VIDEO]. Ci sono poi abili professionisti in mezzo, sicuramente in parte preparati in Europa e poi passati al "nemico". Ci sono soldi, come abbiamo visto. Ma c'è anche la desolazione più totale, la tragica realtà che si sta rivelando ai nostri occhi. La realtà di un mondo che ha bisogno di leggi, di giustizia, di sanità, di silenzi (a chi piacerebbe vivere fra mine e bombardamenti) e soprattutto di non avere più a che fare con la povertà. Quella povertà che non si risolve con la guerra, ma con la coscienza e responsabilità che bisogna aiutare certi popoli.