Mentre il giornalista John Cantlie, rapito in Siria nel 2012, galvanizzava l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale con il suo appello affinché si parlasse dello Stato islamico, accusando di manipolare la verità riguardante il fatto che i governi che hanno deciso di trattare con l'Isis hanno avuto indietro i prigionieri a differenza degli Stati Uniti, il presidente francese Francois Hollande approvava i raid contro lo Stato islamico. Ieri, Francois Hollande, dopo una riunione con il Consiglio di Difesa, ha deciso di rispondere agli appelli delle autorità irachene e fornire loro supporto aereo.

Il presidente francese ha chiarito che l'intervento militare francese non prevede l'invio di truppe di terra e le azioni saranno molto limitate. Gli aerei francesi si sono alzati in volo stamattina alle 9.40 con l'obiettivo di distruggere un deposito logistico dei terroristi dell'organizzazione Daech nel nordest dell'Iraq.

Nel comunicato dell'Eliseo si legge che gli aerei Rafale hanno distrutto il bersaglio prefissato. Il comunicato precisa anche che sono previsti altri raid e che il parlamento francese né sarà informato dettagliatamente di volta in volta. Gli Stati Uniti hanno accolto favorevolmente la decisione francese. Anche Obama ha dichiarato che non sono previsti interventi militari via terra, in quanto al momento non esistono minacce particolari nei confronti degli obiettivi statunitensi.

La Francia è stato il primo paese occidentale ad aderire all'appello statunitense volto a creare una coalizione capace di fermare l'avanzata dello Stato Islamico. Durante il vertice, tenutosi in a Tallahassee (Florida) il 15 settembre 2014, in cui si erano riuniti 40 paesi occidentali al fine di delineare la strategia comune per arginare l'Isis, Francois Hollande aveva dichiarato che "non c'è tempo da perdere".

Ancora più dure le parole del ministro degli esteri francese, Laurent Fabius: "Siamo davanti a una minaccia terroristica che riguarda l'insieme dei nostri paesi, il nostro compito è difenderci. Occorre far scomparire l'Isis".

Gli Usa però vogliono estendere l'intervento militare anche in Siria, ma senza il permesso di Damasco, qualsiasi azione militare intrapresa verrebbe considerata una aggressione in piena regola al regime di Assad.

Vi è tuttavia chi, come il quotidiano panarabo al-Quds al-Arabi, edito a Londra, afferma che le operazioni militari statunitensi siano già iniziate, martedì scorso, in segreto e che si intensificheranno nei prossimi giorni. Secondo le fonti ufficiose del quotidiano sarebbero previste operazioni aeree contro le roccaforti dell'Isis situate a Raqqa (Siria settentrionale). Non è noto però se si tratterà di voli di ricognizione o di veri e propri raid.