Un ragazzo di appena 30 anni senza casa dal 2009 di fronte all'ennesimo rifiuto della richiesta per una casa popolare, ha fatto irruzione nel palazzo municipale di Messina, pochi giorni fa, armato di bastone di legno al fine di chiedere chiarimenti al primo cittadino Renato Accorinti. Un gesto dettato certamente dalla disperazione di non poter usufruire di uno fra i diritti più importanti per ogni cittadino che avendo perso la propria abitazione nel 2009, a causa dell'alluvione che colpì alcune zone del messinese, si è ritrovato dinnanzi all'ennesimo rifiuto dopo 6 anni da quel tragico momento.

L'irruzione compiuta ha seminato paura e terrore: l'uomo in preda all'ira si è incamminato con in mano il bastone aprendo la porta di ogni stanza a colpi nella speranza di trovarsi faccia a faccia con il sindaco. Per fortuna a fermarlo e a disarmarlo è stata una vigilessa che, aiutata da altre persone, è riuscita a far ritornare la calma tranquillizzando chiunque fosse paralizzato dalla paura. Momenti di tensione che si aggiungono a quelli verificatisi lo scorso maggio per mano di alcuni ambulanti abusivi che a causa di un blitz subìto dalla polizia qualche giorno prima, hanno fatto irruzione a Palazzo Zanca per parlare con il primo cittadino; una chiacchierata animata e intercalata da aggressioni e insulti.

No alla violenza si a misure di sicurezza

La violenza non serve a mutare determinate condizioni: offendere o aggredire genera soltanto paura non consentendo di raggiungere soluzioni concrete. Occorre dunque capire come fare per evitare che altri episodi del genere si possano verificare. Il palazzo del comune è di tutti i cittadini ma urge la necessità di poter stare tranquilli, le misure di sicurezza occorrono soprattutto se dinnanzi a certi atti burocratici possono emergere stati d'animo come la disperazione.

Non siamo qui a giudicare il lavoro svolto dalla giunta e dai vari funzionari, sebbene non sempre vengano chiariti, tuttavia occorrono misure di sicurezza per tutelare ogni cittadino di fronte a casi come questi che ormai sembrano aver preso il sopravvento. Il palazzo Zanca è di tutti ma occorre che vi siano dei controlli su chi vi accede prestando attenzione ai bisogni primari di ogni cittadino.